Cogne: villetta pignorata e respinte le richieste di Annamaria Franzoni

Semaforo verde dal Tribunale di Aosta per l’avvocato Carlo Taormina per proseguire nel pignoramento della villetta di Cogne. Il giudice Paolo De Paola ha respinto le richieste di Annamaria Franzoni e del marito Stefano Lorenzi, di sospensione dell’esecuzione immobiliare.

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Il contenzioso nasce dalla sentenza civile passata in giudicato a Bologna per cui la donna, già condannata per l’omicidio del figlio Samuele, avvenuto proprio nella casa di Montroz, frazione di Cogne, a gennaio 2002 e per cui ha scontato 16 anni, dovrebbe al suo ex legale oltre 275mila euro per il mancato pagamento degli onorari difensivi. Oggi all’incirca 450mila nell’atto di pignoramento. Taormina, assistito dal figlio Giorgio, nei mesi scorsi ha pignorato l’unico bene su cui poteva mettere mano, ovvero metà della proprietà immobiliare dove Franzoni, ora residente sull’Appennino bolognese, era tornata per qualche giorno  una volta uscita dalla galera.


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Franzoni sostiene: la villetta non è pignorabile

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Tra le altre cose, nell’opporsi al procedimento notificato a gennaio, Franzoni e Lorenzi, assistiti dagli avvocati Maria Rindinella e Lorenza Parenti, hanno sostenuto che la villetta non è pignorabile perché parte di un fondo patrimoniale. Il giudice ha respinto l’accusa e ha sottolineato, in un’ordinanza di 12 pagine, che la costituzione del fondo, fatta da Lorenzi in qualità, all’epoca, di tutore della moglie, interdetta a seguito della condanna penale, è ricollegabile alla vicenda processuale di Franzoni impossibilitata ad occuparsi dei bisogni della famiglia. Oltre a questo c’è anche il debito contratto con Taormina per l’attività difensiva, in quanto funzionale a ottenere la possibilità, per lei, di ritornare il prima possibile ai suoi affetti. A questo punto potrà essere disposta la vendita dell’immobile, anche se pende un giudizio nel merito, sempre ad Aosta, che il giudice invita a fissare entro il 30 ottobre.

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