Immigrazione, Johnson: “Mettere i migranti su navi al largo delle coste”

Migranti lasciati in apposite navi in mare, in attesa di una soluzione migliore. Sarebbe questo il piano del governo inglese di Boris Johnson. In atto trattative da Londra a Roma per l’acquisto delle imbarcazioni.

Immigrazione, Johnson: "Mettere i migranti su navi al largo delle coste"

Il governo di Boris Johnson sta valutando la drastica misura di lasciare in mare, in apposite navi, i migranti e i richiedenti asilo che sbarcano sempre più frequentemente a Dover e dintorni del Canale della Manica. Una decisione che ha avuto inizio ieri, in quanto secondo il governo Johnson tra le varie opzioni e soluzioni da adottare circa l’immigrazione irregolare, ci sarebbe quella di trasferire tutti i richiedenti asilo o i migranti in attesa di uno status. È una soluzione che si basa sul duro modello australiano e che, dopo lo choc delle associazioni umanitarie, l’esecutivo britannico ha precisato ieri che si tratta solo di un’ipotesi fra le tante. Effettivamente, c’è già un piano più concreto, confermato nelle ultime ore per cui il governo sta cercando alternative per cambiare politiche sull’immigrazione irregolare in modo da proteggere coloro che finiscono nelle mani dei trafficanti  di esseri umani. Da qui l’iniziativa di “sistemare” i richiedenti asilo e i migranti in attesa di status su grosse navi apposite, in parte si tratterebbe di ex navi da crociera, da situare al largo delle coste britanniche.  Per esempio, Londra starebbe trattando proprio con l’Italia l’acquisto, per oltre 6 milioni di euro, di una nave costruita 40 anni fa che potrebbe ospitare 1.400 persone in 141 cabine. Mentre un’altra nave, stavolta da crociera e dunque molto più grande, al momento ancorata a Barbados, costerebbe quasi 100 milioni, avrebbe mille cabine e una capienza totale di 2.417 persone.


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Quest’ultima svolta dura sui migranti da parte del governo Johnson ha principalmente due ragioni. La prima dovuta al crescente numero di sbarchi di migranti dalla Manica verso il Regno Unito, aumentato negli ultimi mesi di oltre il 300% rispetto al 2019. D’altra parte, il governo Johnson, vorrebbe anche recuperare il consenso perduto negli ultimi mesi causa Covid che per la prima volta in quasi due anni ha visto il partito laburista del nuovo leader Keir Starmer raggiungere i conservatori nei sondaggi.

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