Dpcm, in vista nuove regole anti-Covid per feste private, cene e cerimonie

Il governo prevede di applicare nuove misure restrittive in grado di regolare matrimoni, lauree e feste per bambini nel rispetto delle misure anti-Covid. Ecco come organizzarsi in vista delle nuove regole.

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(Foto di Miguel Medina, da Getty Images)

Le nuove regole anti-Covid in grado regolare matrimoni, lauree e feste per bambini arriveranno con il prossimo Dpcm. Il nuovo decreto era inizialmente previsto per il 15 ottobre, ma è alta la possibilità che sia varato anche prima: il premier Giuseppe Conte ha espresso la volontà di licenziarlo già entro questa sera. “Siamo molto avanti, stiamo facendo un numero impressionante di test, potremo ridurre anche la quarantena, introdurre nuovi test… Abbiamo adottato tutte le misure necessarie. Se poi questa curva dovesse proprio risalire possiamo prevedere qualche lockdown circoscritto territorialmente ma non più generalizzato su tutto il territorio nazionale”, avrebbe affermato il premier. L’idea sarebbe quindi quella di procedere attraverso strette graduali e locali, in modo da evitare un’immobilizzazione tout court del Paese. Tra le misure sul tavolo, anche l’ipotesi di fissare a trenta il numero massimo di partecipanti ai ricevimenti. Necessario, allora, sapere a cosa si andrà incontro, in modo da organizzare le proprie attività nel pieno rispetto dei nuovi provvedimenti del governo.


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(Foto di Alberto Pizzoli, da Getty Images)

Per quanto riguarda i matrimoni, a fare il punto sulla questione sul Messaggero è Enzo Miccio, famoso wedding planner: “Si possono programmare cerimonie molto intime, rimandando al prossimo anno il wedding party con un maggior numero di persone. Ormai, stiamo convivendo con l’emergenza sanitaria e le sue regole: distanziamento, mascherine, niente buffet, niente musica. Anche gli sposi si stanno abituando. Il matrimonio è intimo, si condivide con i cari. In ambiti ristretti, si può arrivare pure a goderselo di più, la scelta, però, è molto personale. Le nozze sono un sogno. Se ridotte non convincono, meglio festeggiare più in là”. Tradotto in termini numerici, per le cerimonie come battesimi, comunioni e matrimoni sarà accettato un limite massimo di 30 persone (stessa cosa per i saluti funebri). Sarà consentito togliere la mascherina esclusivamente al tavolo. Per le presenze alle cerimonie religiose, invece, varranno i protocolli già in vigore, con un limite massimo di 200 partecipanti. Il limite dei 30 partecipanti resta in vigore anche per i diciottesimi e per le lauree. Allora Stefano Rebecchi, titolare di Rebecchi Events, cerca di fare i conti con questa nuova norma e di declinarla in una chiave costruttiva: “Se il limite di invitati è 30 si può impiegare il budget, che era stato destinato a un numero più grande di ospiti, per creare qualcosa di esclusivo. Vale per matrimoni, anniversari, lauree, diciottesimi e, in generale, tutti gli eventi. Si può fare la festa in un ristorante stellato o magari affittare un casale in campagna. Ottima la creazione di esperienze, con 20/25 persone, in hotel. Ho organizzato il ricevimento per il cinquantesimo anniversario di una coppia che ha voluto proporre agli invitati, circa 15, un’intera giornata insieme, con cena al ristorante stellato e notte in albergo”. Necessario reinventarsi, allora, anche per le feste per bambini, dove si potrebbe fare maggiore difficoltà a far rispettare il distanziamento sociale. Anche in questo caso, emergono nuove idee: dagli spettacoli con maghi e illusionisti all’utilizzo creativo di mascherine e gel igienizzanti, protagonisti di nuovi giochi con intento didattico.


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Per quanto riguarda le feste in casa, invece, il ministro della Salute Roberto Speranza è stato categorico: l’idea è di vietarle. “Ci sono cose essenziali come la scuola e altre no. Se c’è una festa rischiamo di vanificare lo sforzo per mettere in sicurezza ragazzi e cittadini, per questo ho proposto di vietare tutte le feste”, avrebbe commentato ieri il ministro. Quindi, molto probabilmente, le feste private in casa saranno vietate per tutti, adulti, bambini e ragazzi. Anche perché, ribadisce il ministro, circa il 75% dei contagi ha luogo dall’interazione tra persone con relazioni strette, tra chi si conosce e abbassa, erroneamente, l’attenzione al distanziamento sociale. Per quanto riguarda gli incontri in casa (pranzi, cene e riunioni), invece, si pensa a un limite massimo di 10 persone. Anche in questo caso, però, non deve venir meno il rispetto della distanza di sicurezza e l’utilizzo dei dispositivi di protezione in momenti in cui non si mangia e non si beve. Restano dubbi sul come controllare e far rispettare queste nuove misure all’interno delle mura domestiche, e anche qui il ministro Speranza commenta: “Quando c’è una norma va rispettata. Lavoreremo anche con le forze dell’ordine per verificare che la norma venga rispettata. Ma non sono i controlli che ci hanno permesso di piegare la curva nei giorni più difficili, ma i  comportamenti delle persone”.

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