Svizzera, caccia al suono del Covid: potrebbe riconoscersi dalla voce

In Svizzera si sta sviluppando un’applicazione in grado di riconoscere l’impronta del Covid dalla voce dei contagiati. Un colpo di tosse “particolare” potrebbe già essere riconosciuto come sintomo della malattia. 

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Mentre in Italia si fa la coda per sottoporsi ai tamponi e ci si arrovella sull’efficacia dei test salivari, per diagnosticare la positività al virus, in Svizzera il Politecnico di Losanna sta lavorando a una App in grado di riconoscere l’impronta del Covid semplicemente da un colpo di tosse. Sembra fantascienza e invece è il risultato di una ricerca, serissima, condotta da medici e scienziati sui dati dell’organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui il 67,7% delle persone che hanno il virus presentano anche una tosse secca e priva di espettorato, al contrario di quella grassa, tipica di un raffreddore o di un’allergia stagionale. Dalla primavera scorsa la startup del Politecnico di Losanna, Vocalist Healt, si è messa a raccogliere ed elaborare migliaia di registrazioni inviate dai malati di Covid che sono stati sottoposti a una serie di testo come contare da 50 a 70 oppure fare un semplice colpo di tosse. Il tutto per poter isolare prima del tampone il virus. Le registrazioni sono state poi analizzate con un programma di intelligenza artificiale che ha isolato un’impronta vocale presente nelle voci dei malati, che non compariva in quella delle persone sane. I ricercatori stanno elaborando una App che permetterebbe di rilevare il virus nel suono con una vera e propria diagnosi immediata e certa.


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Svizzera: potrebbe essere una rivoluzione

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L’applicazione è in fase di elaborazione e potrebbe essere utilizzata come screening preventivo accompagnato, per coloro che risultassero positivi, dalla verifica attraverso il tampone. Del resto la curva dei contagi è in crescita anche in Svizzera dove ieri si sono registrati oltre 3mila nuovi contagiati nella sola giornata di ieri 137 dei quali in Canton Ticino. Da lunedì saranno vietati tutti gli assembramenti con più di 15 persone nelle aree pubbliche e nei luoghi chiusi e sarà necessario indossare la mascherina indossandola anche nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti e alle fermate di autobus e tram. Ristoranti, bar e locali notturni rimarranno aperti senza limitazioni di orario, a patto che tutti siano seduti al tavolo.


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Sul fronte del lavoro, i datori sono tenuti a seguire le relative raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica ed è caldamente raccomandato il telelavoro per ridurre i contatti e le possibilità di contagio. Un provvedimento che verrà esteso anche ai frontalieri che temono una nuova chiusura dei confini com’era capitato la primavera scorsa quando la Svizzera aveva deciso di chiudere le frontiere all’Italia. A rimetterci sono stati i lavoratori italiani costretti a rimanere in fila anche tre ore per poter raggiungere il posto di lavoro ma adesso l’organizzazione sembra aver preso un’altra piega.

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