Noleggio bus per potenziare trasporto in tempo di Covid: la legge c’è, ma burocrazia blocca tutto

Pandemia da Covid-19 e mezzi di trasporto pubblici pieni e affollati: come fare per gestire una situazione tanto assurda quanto pericolosa? La soluzione sarebbe nata nel 2017: peccato che la burocrazia italiana non permetta di applicarla.

noleggio bus in tempi di covid
foto di repertorio

Mezzi pubblici troppo affollati: una situazione che, nel clima di pandemia da Covid, diventa ancora più difficile da gestire e da sopportare per cittadini e amministrazione. Secondo quanto viene spiegato da Il Fatto Quotidiano, però, una soluzione alternativa, che possa permettere un sostanziale infoltimento della flotta bus in varie città d’Italia, esistrebbe. Dal 2017, infatti, esiste una legge che consente di noleggiare vetture esterne, da utilizzare per implementare il trasporto pubblico locale.

Una soluzione ci sarebbe, dunque, ma il problema è uno: applicarla. In questo caso entra in gioco – ancora una volta – la ben nota burocrazia italiana, pigra e angustamente raffazzonata che non permetta alle aziende di trasporto di sfruttare e noleggiare vetture esterne.

“Manca il software ad hoc, uno spreco realizzarne uno”

Come spiegato da Michele Maldini, direttore commerciale di Evobus, società che produce gli autobus Mercedes, gli uffici della motorizzazione non possono procedere per immatricolare un mezzo noleggiato “perché non riescono a stampare un libretto dove sia indicata come proprietaria una società di noleggio e come esercente un’azienda di trasporto”.

Secondo quanto raccontato alle penne de Il fatto Quotidiano, il sistema informatico fornito alla motorizzazione non prevede tale opzione – e in tutti i sensi. “L’operatore, in sostanza, non ha il quadratino giusto in cui mettere la spunta”. Per questa ragione, una normativa varata ormai ben 3 anni fa è ancora bloccata, congelata, per una questione burocratica che – a detta della motorizzazione – non varrebbe la pena risolvere.

covid - noleggio bus
foto di repertorio

Interpellato anche il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, dai piani alti è infatti arrivati questo messaggio: “Fino al 2021 siamo in una fase di transizione, sarebbe stato uno spreco realizzare un software ad hoc che consentisse l’immatricolazione degli autobus da noleggiare”. Uno “spreco” che, in tempi di Covid, avrebbe potuto però rendere sensibilmente più sicuro il servizio di trasporto locale.


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Ma non conviene acquistare nuovi bus?

Sulla questione è stato interrogato anche Paolo Ghezzi, responsabile Manutenzione autobus e sistema gestione integrata di Busitalia, facente parte del gruppo Ferrovie dello stato: “Se la norma sul noleggio fosse utilizzabile – ha evidenziato Ghezzi sempre per le penne del quotidiano – in questi mesi le aziende di trasporto avrebbero potuto reperire velocemente autobus di prima e seconda classe, che sono più adatti al trasporto urbano ed extra urbano rispetto agli autobus di terza classe, cioè i bus turistici che si noleggiano con conducente. Se un’azienda poi non avesse avuto abbastanza autisti, avrebbero potuto affittarli dalle aziende di noleggio con conducente che in questo periodo hanno molti bus fermi”.


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Verrebbe spontaneo, a questo punto, porsi una domanda: perché le aziende non provvedono all’acquisto dei mezzi extra, se il noleggio in Italia è questione così tanto complicata e avversa? A tal proposito la questione è stata chiarita di nuovo da Maldini, di Evobus: “Se lo facessero, una volta finita l’emergenza le aziende, già in crisi finanziaria per i mancati incassi da bigliettazione, avrebbero a cespite un mezzo che non servirebbe più e avrebbero fatto un investimento da ammortizzare mediamente in 10 anni per qualche mese appena di utilizzo effettivo”.

Inoltre, ha poi concluso il direttore, anche nel caso in cui le aziende “fossero disponibili a un investimento a lungo termine, opterebbero per un mezzo costruito ‘su misura’ e non per ‘quello che c’è disponibile a piazzale’”.

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