«Non farlo, aspetta, parliamone», hanno provato a dissuaderlo dal terribile gesti. Niente da fare: studente ha mollato la presa e si è lasciato cadere dal cavalcavia. Soffriva di una grave depressione.
Si è gettato dal parapetto del cavalcavia della stazione, precipitando nel vuoto. È successo a Treviso, all’altezza di Via Marco Polo, dopo che una ragazza aveva lanciato l’allarme dopo aver capito le intenzioni del ragazzo 26enne. A nulla sono valsi i tentativi di poliziotti, carabinieri e perfino di alcuni passanti, che invano hanno provato a far desistere il giovane, italiano di origini straniere, nato in Emilia Romagna ma cresciuto in città. I tentativi di mediazione non sono andati a buon fine, e dopo poche parole rivolte agli agenti, accorsi sul posto, che gli hanno teso la mano per provare a bloccare l’imminente gesto, il giovane si è lasciato andare mollando la presa sulla balaustra del cavalcavia. L’impatto a terra è stato fatale e gli operatori del 118 non sono riusciti a rianimarlo nei 20 minuti successivi in cui hanno praticato il massaggio cardiaco, dichiarando infine il decesso. Ancora da spiegare le motivazioni che hanno spinto il ragazzo a compiere un tale gesto, anche se si ipotizza una grave forma depressiva che avrebbe anche portato il 26enne a chiedere aiuto anche ai servizi dell’Usl.
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La drammatica ricostruzione della vicenda
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La polizia ha interrogato alcuni testimoni per ricostruire precisamente quanto accaduto e chiarire le cause del gesto del 26enne. Nella giornata di oggi saranno effettuati ulteriori accertamenti, ma al momento sarebbero state escluse motivazioni non collegate a una situazione psicologica delicata. Il 26enne, nato a Ferrara, aveva frequentato le scuole superiori a Treviso e, fino a un paio di anni fa, aveva allenato una squadra di calcio (pulcini) in un comune dell’hinterland. Era iscritto all’università di Padova, alla facoltà di Giurisprudenza. Nelle prossime ore, per fare luce sull’intero quadro, verranno sentiti anche i familiari.