Emergenza Covid-19, arriva la terza ondata in Giappone

Il Giappone lancia l’allarme della terza ondata di contagi da Covid-19 entro i confini nazionali. Le cause sarebbero da ricercare nella stagione più fredda e nella campagna turistica nazionale fortemente sovvenzionata dal governo.

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foto di repertorio – via South China Morning Post

I funzionari giapponesi hanno lanciato l’allarme di un’imminente “terza ondata” di infezioni da coronavirus nelle prossime settimane, dopo aver registrato un aumento dei casi. Mentre il primo ministro, Yoshihide Suga, ha promesso di garantire vaccini sufficienti per coprire l’intera popolazione, il numero di casi giornalieri continua infatti ad aumentare nonostante le precedenti settimane relativamente stabili. Lo scorso martedì, il Giappone ha segnalato ben 1.284 nuove infezioni da Covid-19, portando il totale a 111.222 secondo il conteggio dell’agenzia di stampa Kyodo – che si basa sui dati ufficiali diffusi dall’esecutivo. Il bilancio delle vittime sale dunque a 1.864.

Nonostante il Giappone abbia evitato il drammatico numero di positività e morti visti in nazioni europee come il Regno Unito, o come osservato anche negli Stati Uniti – e in questo frangente, l’uso diffusissimo della mascherina ha contribuito a tenere la situazione sotto controllo – la terza ondata di casi potrebbe essere dovuta al clima e alle scelte di governo. Soprattutto nei mesi estivi, la campagna governativa per il rilancio del turismo nazionale non si è fermata, e anzi, ha continuato ad incoraggiare gli spostamenti interni per risollevare le sorti dell’economia: questo, insieme alla stagione invernale alle porte, potrebbe dunque aver compromesso la relativa “tranquillità” della pandemia nel Paese.

Il Giappone si prepara ad affrontare la terza ondata

Come spiegato dal The Guardian, i casi non sono in aumento soltanto nella capitale – con Tokyo che rimane comunque l’epicentro dell’epidemia con i suoi 33.000 casi e oltre – ma anche nelle grandi prefetture di Osaka, Kanagawa e Aichi. E sarebbe stato proprio il governatore di Aichi, Hideaki Omura, ad aver dichiarato la scorsa settimana: “Si può chiaramente dire che la terza ondata sia arrivata”.

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L’Hokkaido, l’isola principale più settentrionale del Giappone, è riuscita a contenere l’epidemia fin da febbraio, eppure questa settimana ha osservato pericolosamente i casi giornalieri salire sopra i 200 per la prima volta dall’inizio dell’emergenza. La maggior parte dei casi sono stati rintracciati a Sapporo, la città più densamente popolata e soprattutto famosa per la sua vita notturna. Le infezioni totali nell’Hokkaido hanno raggiunto la cifra di 4.364, con gli esperti sanitari che puntano il dito contro le temperature più fredde e contro l’aumento del numero di turisti.


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E se sull’isola il governatore ha chiesto ai locali di chiudere tra le 22:00 e le 5:00, così come ai ristoranti di smettere di servire alcolici dopo le 22:00, un gruppo di esperti governativi ha chiesto nuove misure da applicare a livello nazionale, allertando che l’inazione da parte dell’esecutivo giapponese potrebbe comportare un rapido aumento dei casi.

Dobbiamo essere determinati a ridurre il tasso di infezione“, ha spiegato per i giornalisti del The Guardian Kentaro Iwata, specialista in malattie infettive presso l’ospedale dell’Università di Kobe. E ha sottolineato, anche, che sebbene ci si aspettasse un aumento dei casi in Giappone, la previsione lo vedeva in arrivo “più tardi” e in maniera meno repentina.


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Misure sporadiche non faranno che prolungare il problema. Diminuire le opportunità di contrarre l’infezione è il modo più semplice per ridurre il numero di casi, quindi i politici devono offrire un sostegno [finanziario] diretto alle persone che ne hanno bisogno, non una campagna di viaggio che aiuti a diffondere la malattia”, ha infine evidenziato Iwata, riferendosi alla scelta del governo di finanziare il turismo interno nonostante la pandemia in atto.

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