Oms, in 24h in Tunisia positivo oltre il 30% sui test tampone. Lamorgese: Italia penalizzata sulla questione migranti

Crescono ancora i contagi in Tunisia. Stando ai dati del 12 novembre, si registrano 1.562 contagi (su 4523 test effettuati). Intanto la ministra dell’Interno Lamorgese dopo la video-conferenza sul nuovo patto europeo per l’asilo: “Al momento rileviamo uno sbilanciamento tra responsabilità prevista per gli Stati di primo ingresso e la solidarietà da parte di tutti gli stati membri”.

tunisia - meteoweek.com
(Da Getty Images)

Peggiora sempre più la situazione coronavirus in Tunisia, paese che – stando ai dati del 12 novembre – ha registrato altri 1.562 contagi (su 4523 test effettuati). Il totale delle infezioni confermate sale, in questo modo, a quota 77.668. Salgono anche i decessi, che arrivano a 2.209, di cui 27 nelle 24 ore considerate. A questi vanno poi aggiunte le morti avvenute tra l’1 e l’11 novembre, che ancora non entrano a far parte del conteggio. Tra i positivi, 1.538 sono ricoverati in ospedale. Sono 275 le persone in rianimazione e 142 quelle in respirazione assistita. Sono invece 400.666 i tamponi effettuati dall’inizio dell’epidemia, mentre 59.912 i guariti. E’ quanto riportato all’interno di un comunicato dal ministero della Sanità di Tunisi. Ma come si leggono questi dati?

Oms: “Situazione profondamente preoccupante”

A pronunciarsi sulla lettura dei dati è direttamente il Rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) in Tunisia, Yves Souteyrand, che ribadisce: la situazione epidemiologica da coronavirus in Tunisia è “profondamente preoccupante“. Ad aumentare sono soprattutto pazienti ricoverati e decessi, spettro di un sistema sanitario al collasso. Per questo, l’Oms sottolinea: è necessario l’impegno di tutti i cittadini per superare il periodo di difficoltà. Yves Souteyrand invita al rispetto delle misure preventive previste dal protocollo. Tra queste, anche il coprifuoco notturno in quasi tutti i 24 governatorati del Paese. Arrivano, però, anche restrizioni alle frontiere: chi arriva dall’Italia in Tunisia deve presentare obbligatoriamente il test Pcr-Rt negativo, e auto-isolarsi per sette giorni. Questo a patto che non si rimanga sul territorio meno di 120 ore, in quel caso l’isolamento domiciliare è sospeso. In genere, è obbligato a presentare il test Rt, ormai, chiunque voglia recarsi in Tunisia. Per facilitare il tracciamento, invece, i viaggiatori dovranno scaricare un’app in grado di registrare i vari spostamenti e facilitare la ricostruzione della catena di contagio. Dall’altro lato, arrivano nuove misure anche da parte del Consiglio Ue, che esclude la Tunisia dai Paesi fuori dall’Ue che possono svolgere viaggi non essenziali all’interno del territorio europeo.


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L’aumento dell’immigrazione tunisina

Nel frattempo la crisi tunisina porta a un incremento della migrazione per fuggire dal paese nordafricano. A ribadirlo è anche il rapporto pubblicato dall’Osservatorio sociale del Forum Tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes): il numero di migranti tunisini che hanno raggiunto l’Italia senza documenti è aumentato del 180% nel mese di ottobre. In termini numerici, vuol dire che mentre nell’ottobre 2019 il numero di migranti si attestava a quota 381, nell’ottobre 2020 si registrano invece 1.328 nuovi ingressi. In tutto, dal 1 gennaio al 31 ottobre 2020 sarebbero 11.212 i migranti privi di documenti giunti in Italia. Senza contare i migranti bloccati dalle autorità tunisine, circa 11.900.

Nuovo patto Ue su migrazione e asilo. Lamorgese: Italia rischia di esser penalizzata

All’interno di questo quadro si inserisce anche il confronto Ue sul nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo presentato dalla Commissione europea il 23 settembre, che terrà conto anche dei recenti casi di terrorismo. L’accordo è stato discusso ieri pomeriggio in videoconferenza dai ministri degli Interni dell’Ue. L’accordo, secondo alcuni, starebbe risultando sfavorevole per l’Italia. E’ quanto sostenuto anche dall’organizzazione EuroMed Rights, organizzazione non governativa che riunisce, tra gli altri, Amnesty International, Human Rights Watch e Arci. Secondo EuroMed, l’accordo, in questo stato di lavorazione, obbligherebbe l’Italia a moltiplicare i centri per migranti almeno 7,5 volte in più rispetto ai posti di cui dispone ora. A ribadire le criticità di questo tipo di accordo è anche la ministra dell’Interno Lamorgese, che afferma al termine della video-conferenza: “Le proposte messe in campo per un nuovo Patto europeo per l’asilo e l’immigrazione devono poter marciare in parallelo, mantenendo una visione di insieme della riforma”.


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Poi ancora: “Apprezziamo l’impegno profuso dalla presidenza tedesca e assicuriamo un atteggiamento costruttivo nel prosieguo del negoziato per raggiungere un accordo su tutto il pacchetto di proposte. Al momento rileviamo uno sbilanciamento tra responsabilità prevista per gli Stati di primo ingresso e la solidarietà da parte di tutti gli stati membri”.

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