Berlusconi: “Accolte le nostre richieste, Fi voterà scostamento di bilancio”

Sullo scostamento di bilancio in votazione oggi, arriva il supporto ufficiale di Forza Italia. Silvio Berlusconi avrebbe fatto sapere: sono state accolte le proposte del centrodestra, Fi voterà lo scostamento di bilancio. Ora il Cavaliere si aspetta un ok anche dalle altre forze di coalizione.

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Stando a quanto si apprende, Silvio Berlusconi avrebbe comunicato in collegamento con i deputati azzurri: Forza Italia voterà lo scostamento di bilancio. La decisione è arrivata dopo che il governo ha accolto tutte le proposte del centrodestra. Il leader di Forza Italia avrebbe poi aggiunto: ora si aspetta che anche le altre forze di coalizione facciano lo stesso. Le proposte accolte dalla maggioranza provenienti dal centrodestra sarebbero due in particolare, stando a quanto riportato dalla Repubblica: maggiori risorse per 2 milioni di autonomi e professionisti e l’introduzione del cosiddetto semestre bianco. Intanto da Fratelli d’Italia arrivano i primi segnali: non un’accettazione ufficiale dello scostamento di bilancio, ma quanto meno toni più morbidi. A commentare è Tommaso Foti, che afferma: “Noi non abbiamo secondi fini. Siamo stati all’opposizione del governo Conte I e siamo fieramente all’opposizione del governo Conte II. Non abbiamo nessun desiderio di commistione di ruoli ma abbiamo il dovere di rappresentare in un momento difficile la stella polare di FdI, e cioè stare dalla parte degli italiani: questo voto non è per voi, non è per la maggioranza ma è per l’Italia“.

Legge di bilancio alla Camera

Insomma, sale l’ottimismo per la votazione di oggi. In mattinata si è aperta la seduta dell’Aula della Camera per esaminare e votare la relazione del governo che prevede uno scostamento di bilancio di 8 miliardi di euro. Per l’approvazione sarà necessaria la maggioranza assoluta, che nella Camera si traduce in 316 voti favorevoli. Confermano la loro disponibilità il gruppo Misto Centro democratico della Camera e le Minoranze linguistiche. Astensione, invece, dal gruppo +Europa e Azione. Intanto, il deputato Pd Pietro Navarra avrebbe commentato in Aula: “Siamo fiduciosi che in questo momento certamente difficile, ma anche pieno di opportunità, seppur nel rispetto delle altrui opinioni e visioni del Paese, ciascun parlamentare e forza politica non farà mancare il proprio prezioso contributo”.

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Legge di Bilancio al Senato

Un contributo necessario proprio in virtù dei numeri traballanti. Dal 2018 a oggi, sono stati ben 52 i parlamentari grillini che hanno cambiato schieramento, come ricordato da Repubblica. Questo non dovrebbe costituire – nonostante tutto – particolari problemi alla Camera. La situazione cambia, invece, se si guarda al Senato. Lì M5S, Partito democratico, Italia Viva e LeU contano appena 150 seggi. La maggioranza assoluta necessità, invece, di 161 voti. La maggioranza avrebbe allora bisogno di reperire 11 voti, tra le Autonomie, il Gruppo Misto, gli ex M5s, i rappresentanti di Idea-Cambiamo! e i due senatori a vita (Mario Monti e Elena Cattaneo), con cui la maggioranza potrebbe arrivare a 165-169 voti. Viene da sé che i gruppi da convincere sarebbero diversi, stratificati e frastagliati, e che l’approvazione arrivata da Forza Italia risulta molto gradita.

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Mes, il nodo da sciogliere

Ora, sistemati Camera e Senato – si spera – per l’approvazione dello scostamento di bilancio, a preoccupare è un’altra questione: il Mes. Non arriva nessun via libera dai Cinque Stelle, un veto che complica le cose sia alla Camera che al Senato. Il no riguarda sia l’utilizzo dei 37 miliardi di Mes, sia una disponibilità del governo a una riforma dello strumento. Dall’altro lato Pd e Italia Viva fanno pressione per un’adesione al fondo Salva-Stati, cercando in Conte una presa di posizione definitiva e a favore del Mes. Intanto, però, il premier sposta il discorso: comprende l’apprensione di Speranza ma ricorda che “l’importante sono le risorse, non lo strumento”. I due fronti non si incontrano e il tempo scorre. Il 30 novembre avrà luogo il vertice dei ministri dell’Economia dell’Unione Europea (l’Ecofin) per il via libera finale, un passaggio preliminare per la firma formale del trattato, prevista per il 27 gennaio.
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