Natale di sacrifici ma “il 7 gennaio il Paese ripartirà”, dice il ministro Boccia

Inizia a vedersi la luce in fondo al tunnel dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di coronavirus, come conferma il ministro Boccia. 

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Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali. Credit: Francesco Boccia Facebook

 “Il 7 gennaio il Paese ripartirà, incrociando una grande campagna di vaccini”. Lo ha detto Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali, intervenendo a 5G Italy. Inizia a intravedersi la luce in fondo al tunnel dell’emergenza Covid, anche se l’Europa appare in ritardo sulla distribuzione dei vaccini rispetto a Inghilterra e Stati Uniti. Il vaccino, ha spiegato Boccia, “non sarà obbligatorio anche se sarà ovviamente consigliato”. Infatti, ha sottolineato, “più persone faranno il vaccino più il Paese sarà in sicurezza”.

Le categorie più a rischio

Nonostante la scelta di vaccinarsi per il coronavirus resterà facoltativa, il ministro ci ha tenuto a chiarire che certe categorie dovranno essere messe in sicurezza, come i sanitari, le forze dell’ordine, penso agli anziani, gli ospiti delle Rsa. Gli studenti? Questa è una riflessione che si sta facendo proprio oggi in Senato, è giusto che il Parlamento esprima un giudizio”. Quindi per alcune fasce di cittadini, in realtà, potrebbe essere obbligatorio.

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Il confronto con le Regioni e con i capigruppo di maggioranza

Poi Boccia ha parlato del nuovo Dpcm di Natale, il provvedimento che dovrebbe entrare in vigore da venerdì 4 dicembre e per cui il Governo sta sostenendo una serie di incontri con le Regioni e con i capigruppo di maggioranza“Noi non possiamo permetterci la terza ondata perché non vogliamo che una sola persona possa morire per covid nel corso del nuovo anno, ha detto il ministro. E ha aggiunto: “Queste ore son decisive per questo Dpcm” che sarà “il più lungo” tra quelli varati dallo scorso marzo.

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L’incontro di ieri con i capigruppo di maggioranza

Proprio a proposito del nuovo Dpcm si dovrebbe tenere nel corso di questo pomeriggio, mercoledì 2 dicembre, un incontro tra i capigruppo di maggioranza, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza. Un primo colloquio si era svolto ieri (martedì 1 dicembre), nel corso del quale Teresa Bellanova, ministra delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali in quota Italia viva, aveva avanzato la richiesta di tenere aperti i ristoranti per il pranzo del 25 e del 26 dicembre.

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Il disaccordo tra i capigruppo di maggioranza

La proposta era stata accettata dal Governo, ma ora la novità non convince più i renziani. Infatti sempre secondo Iv – e una parte del Partito democratico – l’apertura, se combinata al blocco degli spostamenti tra i Comuni in quei giorni, rischierebbe di creare discriminazioni fra le città più grandi e i paesini in cui non ci sono ristoranti. Quindi, o si apre anche agli spostamenti tra Comuni, oppure non sarebbe giusto lasciar lavorare le attività di somministrazione di cibo e bevande.

Gli sviluppi emersi finora

Spostamenti, ricongiungimenti e coprifuoco

Al momento le indicazioni emerse sono che dal 21 dicembre vi sarà in tutta Italia il divieto di spostamento tra le Regioni, senza distinzione di colore. Lo stop varrà anche per i ricongiungimenti con i familiari e per le visite nelle seconde case, mentre resterà garantito il ritorno ai luoghi di residenza. Per il giorno di Natale sarà proibito spostarsi anche fuori dai Comuni di residenza. Sarà uguale il coprifuoco, dalle ore 22 alle ore 5. La novità, rispetto a quanto detto nei giorni scorsi, sarà appunto che si potrà andare a pranzo fuori nei giorni di festa, Natale e Capodanno, perché i ristoranti potranno restare aperti fino alle 18 come i bar.

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Natale di sacrifici ma “il 7 gennaio il Paese ripartirà”, dice il ministro Boccia – www.meteoweek.com – Credit: Pixabay

Feste, messe, sci, crociere e scuola

Resterà – ovviamente – anche il divieto per le feste, mentre continua il confronto tra il governo e la Cei (Conferenza episcopale italiana) per l’anticipo della messa di Natale. Al momento si pensa di fissare l’orario dell’ultima messa alle 20. Non sono ancora stati risolti i dubbi sugli impianti sciistici e sulle crociere: stando alle informazioni recepite resteranno chiusi. Nessuna decisione, invece, è ancora stata presa sul ritorno in classe, nonostante l’Ue abbia consigliato ai Paesi membri di “valutare di allungare le vacanze scolastiche“, o almeno a ricorrere a “un periodo di apprendimento a distanza“.

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