Italia viva insiste, Conte in bilico: atteso il confronto con il Parlamento

Cosa accade nella maggioranza? Dopo le dichiarazioni di Ettore Rosato (Italia viva) che ribadisce l’assenza di fiducia nei confronti di Conte, ora la palla passerà al Parlamento: atteso il confronto sul Recovery Plan e sulla verifica di governo. 

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MeteoWeek.com (da Getty Images)

Iniziano oggi i confronti tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e le delegazioni delle singole forze di maggioranza per istaurare un confronto più ampio sul Recovery Plan. Alle 15, dunque, è atteso l’incontro tra il presidente Conte (insieme ai ministri Amendola e Gualtieri) e la delegazione del Movimento 5 Stelle. Alle 19, invece, atteso l’incontro con la delegazione del Pd. Martedì, infine, toccherà alla delegazione di Italia Viva e poi Leu. Insomma, il piano prevede un confronto immediato sul Recovery Plan e, subito dopo, la verifica vera e propria del programma di governo. Già durante la conferenza stampa nella quale il premier ha presentato le misure di Natale, Conte avrebbe ribadito l’apertura e l’esigenza di aprire un confronto con la maggioranza e il Parlamento: “Il Recovery dobbiamo condividerlo con le forze di maggioranza e approvarlo poi nel confronto con le parti sociali e il Parlamento. Passeremo più volte dal Parlamento dobbiamo tutti cercare di essere disponibili a questo confronto”. E proprio a proposito del Recovery, il premier Conte sarebbe già disposto a cedere sul ridimensionamento dei poteri della task force e su un maggiore controllo da parte del Parlamento. Eppure, i toni (soprattutto da parte di Italia viva) non sembrano placarsi.

Il confronto sul programma di governo

Accanto a questo confronto sul Recovery, c’è l’esigenza di portare avanti la verifica del programma di governo. Su questo piano, la questione potrebbe diventare ancora più spinosa: sono ormai chiare le tre richieste principali avanzate da Matteo Renzi e da tutta Italia viva, punti nevralgici delle prossime decisioni politiche su cui, però, sarà difficile trovare un’intesa piena. Le tre richieste riguardano il cambio di cabina di regia del Recovery, l’adozione del Mes sanitario e la struttura dei servizi segreti, di cui il premier conserva ancora la delega. Su quest’ultimo punto arriva anche il commento della capo delegazione di Italia Viva Teresa Bellanova, che afferma: “L’indisponibilità di Conte a un confronto sul ruolo dell’Autorità Delegata è inspiegabile. L’intelligence appartiene a tutti non è la struttura privata di qualcuno. E’ necessario indicare un nome autorevole per gestire questo settore”. Poi, sulla verifica di governo: “Aspettiamo la risposta. Di certo dovrà essere all’altezza delle questioni poste. Se non lo fosse, verrebbe meno anche il senso del mio e del nostro stare al governo”.

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Nessuna fiducia da Italia viva

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Infatti, da Italia viva i toni si fanno sempre più perentori. L’ultimo segnale di allarme sulla presunta (e sempre più probabile) crisi di governo è arrivato da Ettore Rosato, che ha affermato: “Bisogna costruire un rapporto fiduciario di maggioranza che oggi non c’è più. Conte ha sciupato la fiducia che aveva. O il premier dice quale sia il suo percorso per i prossimi mesi o per noi questo governo è un’esperienza finita”. Secondo il presidente dei deputati di Italia Viva, “anche i ministri M5s non hanno apprezzato che il premier abbia mandato la ripartizione dei 210 miliardi di euro del Recovery Fund alle 2 del mattino senza discuterne con nessuno, secretando i progetti, per approvarli alle 9 in Consiglio dei ministri”. Immediata, però, la replica del Pd, che inizia a prendere posizioni ufficiali di sostegno al premier: i renziani “non devono provare a scaricare le loro difficoltà sulle altre forze della maggioranza”, afferma il vicecapogruppo alla Camera Michele Bordo. Per questo il Pd sottolinea: “Rosato parli a nome di Italia Viva, che rappresenta il 2% degli italiani. Per il Pd parliamo noi”. E ancora: “Per quanto ci riguarda, ribadiamo che in questo momento non serva una crisi, ma un patto di legislatura che permetta di rilanciare l’azione di governo. Il Pd continuerà a lavorare per rafforzare e dare una prospettiva politica a questa maggioranza rispetto alla quale non ci sono alternative”.

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Cosa potrebbe accadere?

All’interno di questo quadro, difficile capire come evolverà la situazione. C’è chi nella maggioranza parla di un punto di svolta il 4 gennaio prossimo – come riportato da Agi -, data nella quale potrebbe avvenire un potenziale showdown, con Italia viva che potrebbe passare a un appoggio esterno al governo. Se questo dovesse accadere, gli scenari all’orizzonte potrebbero essere: le elezioni anticipate oppure la formazione del terzo governo della legislatura. Il terzo governo potrebbe avere il profilo di un esecutivo a larghe intese guidato da una figura super partes, dotata di un profilo istituzionale di alto livello (come Mario Draghi). Un’ipotesi accarezzata palesemente da Italia viva, ma non molto apprezzata dal Partito Democratico, che ribadisce: o questo governo o il voto. Una terza ipotesi riguarda, invece, il rimpasto di governo. Su questo fronte le voci di Palazzo giunte ai giornali parlerebbero di una relativa apertura da parte del Movimento 5 stelle, smentita, però, dalla nota ufficiale diffusa dal Movimento: “La tesi riportata da alcuni quotidiani, oggi così come nei giorni scorsi, secondo la quale il Movimento 5 Stelle sarebbe disponibile ad aprire al rimpasto e a cambiare alcuni membri della sua squadra di governo è, appunto, una tesi. A suffragarla non c’è alcun elemento. Il Movimento 5 Stelle ha già più volte chiarito ufficialmente la sua unica posizione su questo tema“.

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Nel caso di un rimpasto corposo, però, il governo Conte avrebbe nuovamente bisogno di un voto di fiducia da parte del Parlamento. Un ulteriore elemento che rende complessa la strada del rimpasto, tutt’ora scansata ufficialmente da Italia viva. In sostanza: i toni continuano ad essere tesi, il rimpasto viene scansato da tutti i partiti coinvolti (almeno nelle parole ufficiali) e il voto sembra un’ipotesi difficilmente percorribile in piena pandemia. Anche perché, stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, le indiscrezioni di Palazzo continuano a ribadire: “Il presidente Mattarella non vuole il voto”. A questo punto, l’ipotesi più solida sembra quella di un nuovo esecutivo a guida Mario Draghi. Ma la politica italiana riesce sempre a sorprendere per imprevedibilità. Non resta che attendere.

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