Renzi: da ispiratore del governo giallorosso a protagonista della crisi

Nel giro di nemmeno un anno e mezzo Matteo Renzi, leader di Italia viva, è passato da una posizione al suo esatto opposto.

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Matteo Renzi, leader di Italia viva. Credit: Archivio Meteoweek

Sedici mesi per cambiare completamente idea sul governo. È ciò che sta facendo Matteo Renzi, leader di Italia viva nonché membro della maggioranza. Forse dimenticando che meno di un anno e mezzo fa, durante l’estate del 2019, era stato uno dei primi a invocare la nascita di un esecutivo di centrosinistra – compreso il Movimento 5 stelle – per evitare l’ascesa dei sovranisti. Al contrario ora l’ex sindaco di Firenze sembra intenzionato a mettere i bastoni tra le ruote di quel Conte bis che ha contribuito a creare in prima persona. Ma facciamo un passo indietro.

La nascita del governo giallorosso e il ruolo di Renzi

Nell’agosto del 2019 Matteo Salvini, capo della Lega, apre la crisi con il Movimento 5 stelle. I due partiti sono al governo da poco più di un anno. Il leader del Carroccio gode del trionfo ottenuto dopo i risultati elettorali delle europee, in cui il suo partito ha collezionato il 34 per cento dei voti. Forte del suo primato nella maggioranza, Salvini snobba i pentastellati e chiede agli italiani che gli vengano dati “pieni poteri”. Nell’ambito di una situazione del genere, con i sondaggi che presentavano la Lega in netto vantaggio rispetto a tutti gli altri partiti, il timore del centrosinistra era di lasciare il Paese nelle mani dei sovranisti. Per questo Renzi è stato uno tra i primi esponenti politici dem a sottolineare l’importanza di superare le antiche divergenze con i pentastellati e dare vita a una maggioranza che evitasse il voto anticipato.

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I cambi di direzione di Renzi

Nonostante sia stato uno dei principali fautori del governo giallorosso, tuttavia, Renzi ha presto dimostrato di cambiare idea facilmente. Il primo sgambetto lo ha fatto proprio al suo – ormai ex – partito. Dopo aver “costretto” il Pd a creare un esecutivo con il M5s, una volta insediato, ha lasciato i dem per fondare il suo gruppo politico: Italia viva. Partito che supera a stento il 3 per cento, ma ha il compito determinante di fare da ago della bilancia. La maggioranza giallorossa a vissuto di battibecchi dall’inizio della sua esperienza di governo, fatta eccezione per la prima ondata del coronavirus. Un periodo tanto nero per l’Italia, da avere il potere di sospendere i litigi della politica.

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La ripresa delle discussioni e la crisi di governo

Così arriviamo al periodo attuale. La seconda ondata del coronavirus, che si è abbattuta sul Paese dall’inizio dell’autunno, ha avuto una gestione molto diversa dalla prima. E ha fatto riaccendere le discussioni interne alla maggioranza. Prima è stato il turno del Mes, voluto dai renziani e rifiutati dai grilli. Poi quello del Recovery Fund, o meglio della task force per la gestione dei fondi proposta da Conte ma disprezzata da Renzi. Il senatore di Rignano dice di “fare sul serio”: se Conte non lo dovesse accontentare aprirebbe la crisi. Secondo lui, “un’altra maggioranza” è possibile. Ci risiamo.

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