Controlli Covid, 40enne muore d’infarto dopo l’alt della polizia

Accade in Abruzzo. Il camionista, che lavorava per Acqua&Sapone, lascia due figlie piccole. Ad ucciderlo un infarto durante un controllo della polizia stradale a Città Sant’Angelo. Commozione ai funerali nella cattedrale di Pescara

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Antonio Pagniello

E’ rimasta sotto shock la comunità di San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti, per l’improvvisa scomparsa di Antonio Pagniello, autotrasportatore per Acqua&Sapone di soli 40 anni. L’uomo, secondo quanto ricostruito dal quotidiano il Centro che per primo ha dato la notizia, è morto durante un controllo anti-Covid eseguito dalla polizia stradale. La tragedia è avvenuta a Città Sant’Angelo attorno alle due di notte di martedì, mentre Pagniello si stava recando al lavoro.

La morte durante un controllo della polizia

Il 40enne stava percorrendo la circonvallazione in direzione Nord quando è stato fermato da una pattuglia della stradale, impegnata nei controlli per il rispetto delle restrizioni anti-Covid. A quel punto è sceso dall’auto e ha mostrato agli agenti i documenti e l’autocertificazione per motivi lavorativi. All’appello mancava soltanto la carta di circolazione. Nel risalire in macchina per recuperarla, però, l’uomo ha accusato un mancamento, che si è poi rivelato fatale.

I poliziotti, resisi conto della gravità della situazione, hanno subito allertato i soccorritori del 118, che però non hanno potuto far altro che constatare il decesso del 40enne. La causa della morta sarebbe stata un infarto. La salma è stata quindi trasportata alla “Dimora del silenzio” di via Massimo D’Antona a Montesilvano.

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Antonio Pagniello

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I funerali di Pagniello si sono svolti ieri pomeriggio nella cattedrale di San Cetteo a Pescara. Palpabile la commozione dei familiari presenti. Oltre alla moglie Gloria e alle figlie Lucia e Linda, Antonio lascia anche i genitori, il fratello Daniele e amici di sempre. Insieme a loro c’erano anche i colleghi, dipendenti dell’azienda Acqua&Sapone, per la quale prestava servizio come padroncino, e i soci dell’associazione Deltamania club. Ad accogliere la bara, il rombo dei motori delle auto che tanto amava.

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