A 40 anni dall’omicidio Montanari, la vedova: «So chi l’ha ucciso, riaprite il caso»

La moglie di Giorgio Montanari, direttore di clinica assassinato: «Un delitto chiarissimo eppure insabbiato dalla giustizia. So chi è stato, ma dimostrarlo è quasi impossibile»

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Una foto d’epoca dell’omicidio di Giorgio Montanari (Fonte: Gazzetta di Modena)

A quarant’anni di distanza, l’omicidio del professor Giorgio Montanari rimane un delitto irrisolto. L’assassino del direttore della clinica ostetrico-ginecologica del Policlinico universitario di Modena, ucciso a colpi di pistola l’8 gennaio 1981, non è ancora stato trovato. Ma la moglie di Montanari, Anna Ponti, 90 anni compiuti da poco, non si dà pace e chiede nuovamente la riapertura del caso, come racconta Il Gazzettino.

«Montanari era scomodo»

«È un intreccio di connivenze difficilmente spiegabili. Tutte però di matrice interna all’ambiente, ne sono certa. Ancor prima che mio marito venisse ucciso già conoscevo le dinamiche della clinica e sapevo quanto lui fosse osteggiato da molti dei colleghi», ha raccontato Anna al Gazzettino. Sostenitore della libertà di scelta sul tema dell’aborto, il professor Montanari, come emerso dagli interrogatori dell’epoca, «era scomodo. Difendeva i diritti delle donne e tanti all’epoca si sentivano ostacolati dalle sue posizioni moderne e progressiste», afferma la vedova. «Era d’intralcio e ingombrante per le partite di potere che si giocavano in clinica. Andava tolto di mezzo, e così è successo».

Da quel momento Anna e la figlia Silvia – morta di tumore cinque anni fa – non si sono date pace, ricorda il quotidiano. «In punto di morte mia figlia mi ha ribadito come ancora una volta non avessimo ricevuto giustizia. Portandomi dietro anche il suo lutto devo venire a capo di questa, che è una sconfitta della legge. Ho chiamato il Telefono giallo (trasmissione all’epoca condotta da Corrado Augias, ndr), ma nulla. Chiunque mettesse le mani sul caso finiva per lasciar perdere, affossando sempre di più l’accaduto. Nel frattempo il mio avvocato è morto, e come lui molte persone amiche che ben conoscevano la situazione e avrebbero potuto aiutare a fare luce».

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Giorgio Montanari (Fonte: Gazzetta di Modena)

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Un cold case irrisolto

In questi 40 anni le indagini hanno seguito varie piste, finite tutte in nulla. «Hanno cercato in tutti i modi di tirare in ballo altre storie, ma ad una ad una sono cadute – continua Anna Ponti -. Chi gli ha sparato lo conosceva, e da allora è rimasto impunito. Ha avuto una protezione dall’interno che gli ha permesso di depistare le indagini fino a farle sospendere».

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È finita con un buco nell’acqua anche l’inchiesta-bis dell’allora procuratore capo Walter Boni. Ed è proprio su questo dossier – spiega Il Gazzettino – che la vedova ripone le sue ultime speranze. «Mio marito era uno scienziato ed è morto ammazzato a cinquant’anni. Io ne ho 90, ma sono ancora intenzionata a inchiodare il colpevole. Quantomeno il caso non deve, non può, essere archiviato. Tanto più se gli spunti investigativi non mancano. Lo devo a lui e a nostra figlia», conclude la donna.

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