Per Conte sembra non esserci altra possibilità: o i “responsabili” o è la fine

Continua la corsa per salvare il governo giallorosso: il premier Conte porterà la crisi in Parlamento e lì dovrà affidarsi ai “responsabili”.

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Giuseppe Conte, presidente del Consiglio. Credit: Giuseppe Conte Facebook

I “responsabili” diventano decisivi. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non ha altra scelta che affidarsi al gruppo di senatori che sceglieranno di sostenere l’esecutivo giallorosso dopo il ritiro delle ministre renziane, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, e l’inizio formale della crisi di governo. Fino a questo momento sono stati definiti “responsabili”, negli ultimi giorni il ministro degli Esteri Luigi Di Maio li ha ribattezzati “costruttori”, ma il succo è sempre lo stesso: servono esponenti politici che non vogliono la caduta di Conte e si schierino dalla sua parte.

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I numeri del Senato

D’altronde i numeri del Senato – dove gli onorevoli dovranno votare la fiducia al premier – parlano chiaro. Al momento il governo gode di 152 senatori a favore dell’esecutivo. Numeri quasi alla pari con l’opposizione (149 voti) che, se dovesse aggiudicarsi tutti e 18 i senatori renziani, supererebbe di gran lunga i giallorossi. Ma l’unità di Italia viva sta già venendo meno. Per raggiungere la maggioranza assoluta (161), Conte ha bisogno di altri 9 senatori. Da dove potrebbero arrivare? Stando a quanto emerso finora, sembra che siano 6 i parlamentari renziani che avrebbero deciso di sostenere il premier. A loro si potrebbero aggiungere 4 ex forzisti e 2 ex grillini. Così il governo arriverebbe a quota 164, tagliando il traguardo della maggioranza assoluta e contrastando definitivamente la minaccia Renzi.

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Chi sono i “responsabili” o “costruttori”

Il gruppo di parlamentari che sosterrà Conte in sostituzione dei senatori di Italia viva dovrà essere composto da 18 senatori, lo stesso numero di esponenti politici di cui può godere Renzi, così da neutralizzare la sua posizione favorevole di “ago della bilancia”. Tra questi ci sarà sicuramente il renziano Riccardo Nencini, mentre sono ancora incerti i nomi dei renziani Donatella Conzatti, Vincenzo Carbone, Eugenio Comincini, Leonardo Grimani e Gelsomina Vono. Potrebbe essere “responsabili” anche senatori del Gruppo Misto Maie che finora non avevano appoggiato il governo giallorosso, come Gregorio De Falco – espulso dal M5s nel 2018 – e la moglie di Mastella, Sandra Lonardo. Altri nomi sono emersi da Forza Italia e dal Gruppo Misto, ma al momento tutti negano ancora.

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Senato della Repubblica. Credit: Archivio Meteoweek
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