Friedman dà della escort a Melania Trump in diretta, ma nessuno ha da ridire

Incredibile uscita sessista del giornalista Friedman, che durante un intervento in Rai, ad UnoMattina definisce Melania “escort” di Trump.

Il giornalista Alan Friedman

“Trump di mette in aereo con la sua escort, sua moglie, e vanno a Mar-a-Lago, vanno in Florida”: una frase pesante, che contiene una definizione volgare e sessista della moglie del presidente degli Stati Uniti, Melania Trump.  Una battutaccia che potrebbe arrivare all’orecchio in un bar, o durante un acceso commento politico tra amici, che magari trascende. E già non andrebbe bene: il sessismo si deve combattere nell’espressione quotidiana di tutti noi. Ma è molto più grave quando una affermazione del genere viene pronunciata in diretta televisiva, su una rete della tv di stato, da parte di un giornalista. Ed è quello che è avvenuto: il giornalista è Alan Friedmann, la trasmissione è Uno Mattina, la rete è Rai Uno. 

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Alle sette e mezza di mattina, nel corso dei commenti in studio sull’imminente insediamento di Joe Biden, la conduttrice Monica Giandotti coinvolge il noto giornalista e commentatore statunitense Alan Friedman: “E Trump?” domanda la giornalista. “Mi lascia la parte più divertente, vedo” commenta sarcastico il giornalista, nel suo goffo italiano evidentemente condizionato da un pesante accento inglese, suscitando l’ilarità dei presenti. Poi, la frase: “Trump di mette in aereo con la sua escort, sua moglie, e vanno a Mar-a-Lago, vanno in Florida”. Il giornalista poi prosegue con il suo intervento, nonostante un timido “No” della Giandotti, che poi si è dissociata, ed un lieve imbarazzo da parte dei presenti, l’altro conduttore Marco Frittella, la giornalista Monica Maggioni ed, in collegamento video, il direttore di Repubblica Maurizio Molinari.

President Donald Trump and first lady Melania Trump walk to board Marine One on the South Lawn of the White House, Wednesday, Jan. 20, 2021, in Washington. Trump is en route to his Mar-a-Lago Florida Resort. (AP Photo/Alex Brandon)

“Non è stata assolutamente una cosa voluta. Stavo traducendo dall’inglese, la parola italiana che volevo dire era ‘accompagnatrice’, ed è uscito ‘escort’. Mi sono corretto subito, non c’è da montarci su una questione”. Così il giornalista Alan Friedman spiega all’Adnkronos di “non aver voluto offendere nessuno”, ma la frittata ormai è fatta. Difficile immaginare che Friedman, che dagli anni ottanta lavora, frequenta, scrive libri, conduce trasmissioni e riceve premi in Italia, non sappia il significato della parola “escort”. Una uscita vergognosa, che forse voleva essere una battuta, alla quale poi il giornalista ha voluto mettere una pezza. Senza riuscirci.

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Ma la cosa ancora più difficile da accettare è la quasi totale assenza di reazione pubblica: qualche (Il Fatto Quotidiano ed il Corriere della Sera, per citarne due), Daniela Santanchè che annuncia una interrogazione in Commissione Vigilanza Rai, e poi l’indignazione social. Cosa sarebbe successo se una battuta vergognosa come quella pronunciata da Friedman fosse arrivata da personaggi più facilmente censurabili? Se ad esempio Vittorio Feltri, che spesso ha uscite che vengono censurate ed attaccate per i contenuti ritenuti da alcuni inaccettabili, avesse dato della escort ad una donna, cosa sarebbe successo? Il sessismo, male atavico e purtroppo cronicizzato in Italia, deve essere combattuto sempre ed ovunque. Non solo quando conviene, quando fa piacere o quando è semplice. Per quale motivo Melania Trump deve essere etichettata in quel modo? Non c’è motivo. Anche semplicemente definirla “accompagnatrice”, come ha voluto spiegare Friedman per difendersi, è sessista. E’ la moglie del presidente uscente degli Stati Uniti, ed è solo questo che importa nel dibattito in corso sulla situazione politica americana. Tutto il resto è volgarità ed, appunto, sessismo, e deve essere denunciato per quel che è. Tanti più se espresso sulla televisione pubblica italiana. Ci aspettiamo che qualcuno intervenga: ma temiamo che questo non avverrà.

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