Le reazioni dell’Ue su crisi politica italiana e Recovery plan: il punto

Il governo italiano invia informalmente la bozza del Recovery plan in Commissione Ue: emergono le prime impressioni. Ed emerge anche il sollievo per la fiducia in Senato, per una situazione che – almeno vista dall’estero – sembra riacquisire stabilità. 

Sollievo per la fiducia e qualche preoccupazione per il Recovery plan presentato. Sono queste le impressioni che emergono dall’Ue per l’attuale situazione italiana. Mentre a Bruxelles si guarda con estrema apprensione alla crisi politica che sta mettendo sotto stress il governo, la Commissione analizza la bozza di Recovery plan italiano, giunta informalmente a un primo vaglio Ue. Si tratta di un invio informale, perché la vera e propria presentazione del Piano – quella ufficializzata – avrà luogo a metà febbraio circa, quando entrerà in vigore la Recovery and Resilience Facility su cui ruota il NGEu. La Commissione – che nel frattempo riceve i Piani per fornire le prime impressioni agli Stati membri – fa sapere: il piano va rafforzato, servono più riforme.

Un’Ue sollevata

Arrivata la fiducia al governo Conte II in Senato, in Ue si sarebbero distesi gli animi. L’importante è che in questo momento particolare ci sia stabilità, un preciso governo con cui dialogare e che ci si concentri sul miglioramento del Recovery. Lo ripete anche Antonio Costa, primo ministro portoghese che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue: “Sono molto soddisfatto del fatto che ci sia stato questo voto perché è necessaria stabilità nella gestione politica degli stati membri per attuare queste decisioni fondamentali”. E’ stato un voto importante e positivo perché “la stabilità è assolutamente fondamentale per il successo di questa ripresa europea in tutti e 27 gli stati membri, non solo in Italia”. Fa eco anche David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, che taglia a corto su ogni possibile contestazione di maggioranza relativa: “La fiducia è fiducia e abbiamo la certezza che il governo italiano risponderà con stabilità e responsabilità agli impegni che la crisi richiede”. Tiene il punto anche Ursula von der Leyen, la quale rassicurata dal voto ribadisce che “siamo nel mezzo di una gravissima crisi. Questo è il momento in cui abbiamo bisogno di stabilità. Tutti devono mettersi insieme per lavorare sulla pandemia la crisi sanitaria e la crisi economica”. Commenta anche il vicepresidente della Commissione Ue responsabile per l’euro, Valdis Dombrovskis, il quale ribadisce che “il lavoro sul Recovery Plan italiano è in corso e spero che l’instabilità politica in Italia non metta a repentaglio questo lavoro perché l’Italia è il maggiore beneficiario e bisogna assicurarsi che i fondi arrivino, sono molto importanti per la ripresa in Italia“.

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Un’Ue preoccupata

Eppure in Commissione Ue emergono i primi appunti sulla bozza di Recovery plan italiano, ed emergono attraverso le parole di Paolo Gentiloni, Commissario all’Economia, riportate da Money.it: l’Italia è il primo beneficiario con 209 miliardi di euro, e “abbiamo ancora molto lavoro davanti a noi per tradurli in obiettivi, target, milestone e impegni”. Per questo la proposta va rafforzata – dice Gentiloni – anche e soprattutto inserendo maggiori e migliori riforme. Dall’Ue fanno sapere a tutti gli Stati membri: riforme e investimenti devono procedere di pari passo. Ma cosa manca attualmente al Piano italiano? “Abbiamo bisogno specialmente di due cose: la prima è avere messaggi chiari sulle riforme relative alle raccomandazioni specifiche per Paese comunicate dalla Commissione nel 2019, la seconda sono dettagli sul tempismo dei progetti”, ha spiegato Gentiloni. Il tempo per fare questo c’è ancora, anche se stringe: il vero lavoro di rafforzamento del Piano avverrà nei prossimi due mesi, quando verrà ufficializzato nel dettaglio il Piano di ogni Paese membro, che sarà validato dai ministri delle Finanze Ue. Anche perché  “in tarda primavera, la Commissione andrà dai mercati finanziari per raccogliere questi soldi (…) con l’obiettivo di erogare il pre-finanziamento di questo 13% a ogni Paese con un piano approvato”, ricorda Gentiloni a Reuters.

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Non solo l’Italia

E’ necessario ribadire, però, che le osservazioni che Paolo Gentiloni ha rivolto nei confronti del Piano italiano non riguardano solo l’Italia. Tant’è che la Commissione europea nei prossimi giorni ha intenzione di pubblicare un aggiornamento delle linee guida dei Piani nazionali di ripresa e resilienza. L’idea è quella di sottolineare un elemento sul quale – a quanto pare – non si è prestata abbastanza attenzione. Stando a quanto riportato dal Foglio, infatti, le bozze inviate a Bruxelles e i piani ancora in corso di negoziato avrebbero un difetto comune: la carenza di riforme strutturali, appunto. Eppure è una conditio sine qua non per ottenere le risorse del Recovery. Durante la riunione del Comitato economico finanziario della scorsa settimana, lo avrebbe ribadito anche il rappresentante della Commissione: le bozze “mancano di riforme strutturali, visione strategica, obiettivi concreti e analisi costi-efficacia”. Ad aspettarsi queste riforma strutturali sono soprattutto i Paesi frugali, che ora auspicano che la Commissione faccia il massimo “per modernizzare e rafforzare le economie e assicurare che le raccomandazioni specifiche per paese e la loro implementazione siano parte dei piani nazionali”.

 

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