Governo Draghi e il peso di Forza Italia. Sarebbe un nuovo Patto del Nazareno?

In Italia la politica resta appesa a una domanda: Mario Draghi otterrà la fiducia in Parlamento? Diverse fonti parlamentari fanno sapere che i partiti al momento sono in subbuglio, in primis il Movimento 5 stelle. Ma anche il centrodestra dovrà prendere una decisione significativa, tra un Berlusconi possibilista, un Salvini pensieroso e una Meloni convinta del voto. Che sia possibile un vecchio-nuovo patto del Nazareno tra Pd, Italia viva e Forza Italia per dar sostegno a un eventuale governo Draghi?

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MeteoWeek.com (da Getty Images)

Mario Draghi è stato convocato in Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per dar vita a un nuovo esecutivo. A questo punto, si aprono altri fronti e altre possibili crisi: Draghi riuscirà ad ottenere la fiducia in Parlamento? E i partiti usciranno indenni da questa resa dei conti? Gli occhi sono puntati soprattutto sul Movimento 5 stelle, che ha già manifestato la sua intenzione di non voler appoggiare il governo Draghi. Ma gli umori all’interno del Movimento restano vari, e non è esclusa l’ipotesi di una scissione. Inoltre, l’attenzione si concentra anche sul centrodestra, che fin qui si è detto pronto per le elezioni anticipate ma lasciando trasparire posizioni differenti. E ora i nodi verranno al pettine. Mentre Giorgia Meloni ribadisce di volere esclusivamente il voto anticipato, di voler restare all’opposizione ma di esser pronta a sostenere da fuori il governo se necessario, Matteo Salvini si dice pronto a dialogare con chiunque voglia accogliere determinati punti programmatici. Ci pensa, in sostanza.

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E Forza Italia? Ecco, manca all’appello Silvio Berlusconi: al momento resta in silenzio ma già in passato ha lasciato trasparire la sua linea. Berlusconi si era detto disponibile a creare un governo di unità nazionale sorretto dalla maggioranza Ursula. Ora fonti di Forza Italia ribadiscono: il Cavaliere vuole prima confrontarsi con gli alleati. Ma poi sottolineano: Berlusconi nutre ormai da anni una forte stima per Draghi, e fu lo stesso Cavaliere a sponsorizzare la sua candidatura alla presidenza della Bce. Nel frattempo però si preferisce la linea del silenzio. Parla solo Mara Carfagna che rilancia l’appello di Mattarella: ‘‘L’alto appello alla responsabilità del presidente Mattarella deve suscitare una riflessione autentica, profonda, in chiunque voglia bene all’Italia e agli italiani e conservi ancora il senso vero della parola ‘patriottismo’“.

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La traduzione di queste parole potrebbe essere: assumiamoci le nostre responsabilità e votiamo il governo Draghi. E l’invito è rivolto anche alla Lega. Il tentativo di tirare dentro la Lega nel sostegno al governo Draghi è ribadito anche da Toti: ”Dobbiamo confrontarci, siamo una coalizione, spero che Salvini senta tutti e chiami Mattarella per mettersi a disposizione del Paese”. Insomma, il sentore è che – al di là di Salvini e Meloni – il sì da Forza Italia potrebbe arrivare, e arriverebbe in concomitanza con il sì del Pd e di Matteo Renzi (con annessa Italia viva). Anche in questo caso risorge un déjavu, un certo antico patto del Nazareno. Molto è cambiato da allora, e la coalizione ora assumerebbe il volto di una maggioranza europeista, liberal e moderata per trascinare l’Italia fuori dalla crisi attraverso un governo dal profilo tecnico. Ma i nomi sono quelli, gli schieramenti anche: si parla ancora di Pd, Renzi, Berlusconi e di un M5s fatto fuori. Eppure gli effetti potrebbero essere totalmente differenti. Tra questi, la completa scissione del centrodestra nel caso in cui Forza Italia non riuscisse a convincere Lega e Fdi.

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