Bolzano, le lacrime di Benno Neumair in cella: «Mia mamma non c’è più»

Omicidio di Bolzano: Benno in cella d’isolamento con l’accusa di aver ucciso i genitori Laura Perselli e Peter Neumair. Ma lui si difende: «Non sono stato io»

Bolzano, le lacrime di Benno Neumair in cella: «Mia mamma non c’è più»

Alla notizia del ritrovamento nelle acque dell’Adige del corpo della 68enne Laura Perselli, il figlio Benno Neumair «si è emozionato tantissimo». Lo racconta al Corriere della Sera l’avvocato Flavio Moccia che, insieme al collega Angelo Polo, difende il 30enne in carcere a Bolzano accusato dell’omicidio dei genitori. «Non è nemmeno riuscito a finire la frase e si è messo a piangere, perché in fondo ha sempre avuto la speranza che i suoi genitori fossero vivi — aggiunge il legale —. Avrà ripetuto mille volte: “La mia mamma non c’è più. L’hanno trovata, non c’è più”, e siamo stati per mezz’ora abbracciati, con lui che piangeva». Benno, fin dal primo giorno, si è sempre difeso: «Capiranno presto che io non c’entro nulla».

Da 32 giorni, infatti, il ragazzo va ripetendo che «non sono stato io». Intanto, dopo il rinvenimento del cadavere della madre (su cui verranno eseguiti degli esami per accertare la causa della morte) proseguono le ricerche per ritrovare anche il corpo del 63enne Peter Neumair. Benno attualmente è recluso in una cella d’isolamento, dalla quale per giorni non è uscito nemmeno per l’ora d’aria. L’unica eccezione è stata per andare nella sala del fotosegnalamento. Qui, ricostruisce il Corriere, Benno avrebbe chiesto agli genti che lo riportavano in cella se fosse venuto bene nella foto. Per poi aggiungere: «Se sono venuto bene potete anche pubblicarla».

Bolzano, le lacrime di Benno Neumair in cella: «Mia mamma non c’è più»

Sempre al quotidiano di via Solferino l’avvocato Polo dice: «Io vedo un ragazzo incredulo per quello che gli sta capitando e che ha voglia di combattere. Il ché è una reazione che tendenzialmente ho visto nelle persone innocenti». Dopo l’abbraccio e le lacrime, ieri, Benno gli ha chiesto un unico favore: portargli uno specchietto per potersi radere meglio. Segno, sottolinea il Corriere, di una vita segnata dal narcisismo.

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E dal culto del corpo, tra ore di allenamenti quotidiani e di video da pubblicare su YouTube o sui social. Come quello in cui lui parla con se stesso dandosi consigli su come avere «tutti ‘sti muscoli» e dicendosi «che figo che sono» mentre s’iniettata qualcosa nel braccio. Stando alle testimonianze, da anni il ragazzo avrebbe avuto familiarità con «le sostanze». Dagli anabolizzanti alle medicine per tenere a bada la fragilità psichica, passando per farmaci di ogni tipo e, forse, anche droga, scrive il foglio.

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Era noto anche il conflitto costante con i genitori, in particolare per l’uso della Volvo di famiglia. Lo avrebbero saputo sia gli amici di famiglia sia i parenti, compresa la sorella, che la sera della scomparsa ha cominciato a preoccuparsi e avrebbe iniziato a sospettare di Benno fin dalle prime telefonate senza risposta.

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