Draghi inizia il secondo giro di consultazioni, tra partiti in bilico e sostegni senza condizioni

Parte un secondo giro di consultazioni per Draghi che si concluderà domani con l’incontro con le parti sociali. Mercoledì il presidente incaricato potrebbe già salire al Colle per sciogliere la riserva con la lista dei ministri. 

Inizia oggi pomeriggio alle 15 il secondo giro di consultazioni per Mario Draghi, partendo dai partiti minori gruppo Misto della Camera e le Minoranze linguistiche. Poi toccherà a Maie-Psi poi Azione e Più Europa-Radicali italiani. Seguiranno Noi con l’Italia e Cambiamo. Concluderanno gli incontri di oggi Centro democratico-Italiani in Europa e i senatori delle Autonomie.

La giornata di domani si aprirà alle 11 con gli Europeisti-Maie-Centro democratico del Senato. Sarà poi la volta di Liberi e Uguali che dovrà sciogliere la questione sul veto della Lega, dopo le dichiarazioni che hanno espresso la volontà di appoggiare Draghi ma a condizione che non vi sia anche la Lega. Alle 12.30 i renziani di Italia Viva incontreranno nuovamente il premier incaricato che ribadirà la sua volontà di non mettere condizioni e sostenere a prescindere il premier. Irremovibile sembra sulla sua idea Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia non sosterrà il governo Draghi ma promette un’opposizione costruttiva. Alle 15 un convinto ma titubante su determinati punti Pd verrà ricevuto dal premier incaricato per poi lasciare il posto a Forza Italia e Udc. A concludere i due partiti maggiori Lega e M5S. Al termine di queste due giornate Mario Draghi incontrerà le parti sociali ansiose di confrontarsi con lui.

Secondo giro consultazioni, Conte prova ancora a convincere i grillini

Spuntano già alcuni nomi nel totoministri che molto probabilmente verranno confermati o smentiti mercoledì stesso. Se Mario Draghi alla luce delle nuove consultazioni riceverà un ampio sostegno, potrà già presentare poco dopo la comunicazione dell’esito al Presidente Mattarella anche la sua lista dei Ministri.

La volontà traballante e discordante del Movimento 5 Stelle è chiamata a decidersi una volta per tutte. Mentre Conte tira dalla parte del governo, molti sono più vicini all’ala Di Battista che conferma un dissenso più fermo di quello della Meloni. La linea che sta prendendo forma all’interno del Movimento è quella dell’opposizione dove potrebbero essere più liberi e poter influenzare l’opinione pubblica, piuttosto che “sedersi al tavolo con Berlusconi”.

Il premier uscente Giuseppe Conte sembra non voler uscire di scena, ieri infatti ha dichiarato di non voler entrare a far parte del governo Draghi ma ha tracciato dei paletti per i suoi grillini. Il Movimento deve far attenzione e distinguere i veri alleati da “chi ha voltato le spalle” e ora “prova a lucrare sulla situazione per trarne vantaggio”. Dopo l’intervento congiunto con il fondatore del Movimento Beppe Grillo, Conte continua a guidare i grillini verso l’adesione a questo governo. Insiste Giuseppe Conte con i suoi nel dire che il Movimento al tavolo deve rimanere ma devono porre condizioni affinchè sia qualcun altro a lasciare la partita, riferimento che va nella direzione di “chi ha voltato le spalle”, ovvero una frecciatina a Matteo Renzi.

“Di fronte ai problemi del paese, tutto passa in secondo piano”. Italia Viva e Salvini pronti a collaborare

secondo giro consultazioni

Chi ha scelto la via del pragmatismo, invece, è Matteo Salvini. Definendosi “pragmatico e concreto” conferma il suo appoggio al governo Draghi. Evita le accuse dicendo “lascio agli altri le etichette: fascista, comunista, europeista. Con Mario Draghi si può stare in Europa a testa alta.” La sua priorità portata al premier incaricato è Quota 100 ed è aperto e disponibile al colloquio “non dico ho ragione io o andiamo tutti a casa”. Come Italia Viva e Forza Italia, sembra che l’apertura a Draghi e al suo governo sia senza riserve. Anche la capogruppo di Italia Viva alla Camera Maria Elena Boschi apre ad una vicinanza con partiti pensati fino a poco prima impensabile.

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“In questa fase non si tratta di dire Salvini sì o no, 5 Stelle si o no. Si tratta di rispondere all’appello del Presidente della Repubblica Mattarella. Di fronte ai problemi del Paese il resto passa in secondo piano”.  Non pongono veti di nessun tipo i renziani perchè considerano questo governo un’opportunità migliore per il Paese. Come ripete la Boschi “abbiamo avuto il coraggio che il governo Conte non andava bene. Siamo arrivati ad un gesto che andava fatto, per il bene del Paese.

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Sulla stessa linea viaggia anche Forza Italia, che come ha ribadito più volte si augura un governo di persone competenti. La questione ancora in ballo è se il governo Draghi sarà un governo di tecnici o di politici, o misto. A molti piacerebbe che vi siano persone competenti nella materia del dicastero assegnato, soprattutto in momenti di emergenza come questo. Per questo motivo, Mario Draghi potrà protendere per un governo tecnico misto a forti personalità della politica. Spuntano alcuni nomi come la Bonino, la Cartabia e la Bellanova, si parla anche di un possibile ministro Tajani, altri nomi di Forza Italia sono Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna mentre per la Lega si vocifera su Giorgetti. Ancora nulla di certo e deciso e lo rivelerà soltanto il premier alla luce delle prossime consultazioni.

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