Governo Draghi, con una maggioranza così ampia si rischiano i tecnici

Prosegue il secondo giro di consultazioni del presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. Stando a quanto emerso fino ad ora, i partiti resterebbero al momento in una posizione interlocutoria: si sottolineano divergenze ma si mostra anche una certa disponibilità a far parte del nuovo esecutivo. Ma con un “tutti dentro”, il nuovo governo Draghi potrà avere un profilo almeno parzialmente politico?

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MeteoWeek.com (da Getty Images)

Continua il secondo giro di consultazioni del presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi con i vari gruppi parlamentari. Al momento i partiti starebbero ponderando la loro posizione in base alla sintesi del programma esposta da Draghi, 8 punti che il nuovo esecutivo dovrebbe affrontare per portare a termine la missione, dalla riforma del fisco alla campagna di vaccinazioni. Attualmente i partiti preferiscono restare in una posizione interlocutoria, sottolineando la loro linea politica, i loro punti imprescindibili, ma anche mostrando una certa disponibilità a far parte dell’esecutivo. A questo punto i primi nodi iniziano a venire al pettine. Se Pd, Italia viva e Forza Italia hanno già assicurato il loro appoggio, ora toccherebbe a M5s e Lega sbrogliare la matassa, e non solo per quanto riguarda le correnti interne. La vera resa dei conti potrebbe arrivare quando Draghi illustrerà nello specifico le misure che intende adottare. Al momento, infatti, ci sarebbero solamente i punti programmatici. Quando i punti verranno spiegati, tutti i partiti verranno messi di fronte all’inevitabile domanda, l’unica che dovrebbe contare in politica: sono d’accordo con la linea politica assunta da Draghi?

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A questo punto si apre uno scenario particolare: M5s e Lega, al di là dei vecchi tradimenti, hanno già governato insieme, e potrebbero non trovarsi troppo in difficoltà a trovare una linea politica comune. Allo stesso modo, il Conte II è stato segnato dall’alleanza M5s-Pd: i due partiti hanno già trovato compressi durante l’esecutivo precedente e ormai il loro legame assume i contorni di una vera e propria coalizione. Quindi chi rischia di trovarsi in difficoltà,  nel caso in cui si desse vita a una sorta di governo di larghe intese? Pd e Lega. Se si deciderà di allargare il più possibile il perimetro della maggioranza, Draghi dovrà trovare il modo di far convivere Pd e Lega in un unico progetto politico. E infatti il segretario Pd Nicola Zingaretti avvisa già: “Guai a creare le condizioni per cui Draghi si possa ritrovare dentro una maggioranza litigiosa“. Insomma, ospite a Mezz’ora in più, Zingaretti mette le mani avanti, e lascia intravedere una questione dirimente: se il nuovo governo dovesse comprendere sia la Lega che il Pd, a livello politico potrebbero crearsi non pochi ostacoli.

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Governo tecnico?

Si tratta di una questione non da poco. Draghi a quel punto dovrebbe scegliere tra tre opzioni: dar vita a un esecutivo con tutti dentro ma molti litigi; dar vita a un governo tecnico con tutti dentro e questioni politiche silenziate; scegliere tra Lega e M5s, accogliere solo uno dei due. E a proposito di governo tecnico e/0 politico, è ancora difficile capire che tipo di volto avrà un possibile esecutivo Draghi. Secondo una prima ipotesi Draghi potrebbe dar vita a un esecutivo per metà tecnico e per metà politico, simile a quello di Carlo Azeglio Ciampi nel 1993. E su questo punto Repubblica fa sapere che se si arriverà a un governo con Pd, M5s e Forza Italia, il Pd potrebbe esser favorevole a un governo a metà tra tecnico e politico, e potrebbe anche indicare dei ministri. D’altro canto, se verrà coinvolta la Lega, “l’orientamento è indicare solo dei tecnici d’area“. Ma a quel  punto si perderebbe l’ultimo baluardo di rappresentatività, pur di preservare la stabilità. Un impasse dalla quale sarà difficile uscire, soprattutto con la Lega dentro il perimetro della maggioranza.

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