Salvini e la conversione europeista del leghista. Ministro del governo Draghi?

Il leader della Lega Salvini ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta parla della sua probabile carica da ministro nel nuovo governo Draghi.

Da forte sostenitore delle elezioni, Matteo Salvini con un cambio di rotta ha deciso di sostenere Draghi ed entrare a far parte della formazione del governo nascente. A differenza di altri partiti che per veti e principi insormontabili, la Lega è stato uno dei pochi partiti a non mettere veti e condizioni. Lo aveva detto lo stesso leader del Caroccio, avrebbe appoggiato il governo senza chiedere Ministeri per la Lega. Ma a quanto pare circolano indiscrezioni su eventuali dicasteri guidati dalla Lega. Oggi il professor Draghi potrebbe sciogliere la riserva e portare la lista dei ministri al Colle.

Salvini sottolinea quanto questa coalizione sia dovuta da una situazione di emergenza e – come sottolineano anche altri partiti – hanno risposto alla chiamata del capo dello Stato. Ma nonostante questa unione abbia vita breve, nella speranza di tutti, il re delle banche ha affascinato anche il leghista antieuropeista. Matteo Salvini, infatti, confessa quanto si sia trovato d’accordo con l’ex presidente della Bce su molti temi riguardanti le priorità di oggi e alla domanda di Vespa su cosa porta di nuovo rispetto agli altri presidenti del Consiglio, Salvini risponde “la sua credibilità“.

La priorità assoluta è il piano vaccinale. Salvini, inoltre, si mostra anche favorevole alla spinta indipendentista sulle vaccinazioni e le acquisizioni di alcune regioni, appoggia sia Zaia sia Bertolaso. Un’altra priorità di Salvini che ha mostrato a Mario Draghi nei due incontri di consultazioni è che non vi saranno nuove tasse.

Salvini e la conversione europeista: ministro dell’ex presidente della Bce

salvini

Sulla ripresa del paese il Salvini sovranista euroscettico mostra a sorpresa la sua apertura verso l’Europa, lo mostra anche per quanto riguarda la normativa sugli appalti. Salvini propone all’europeista Draghi di adottare la normativa europea sugli appalti. Salvini spera nella capacità dell’ex numero uno della Bce di azzerare le lungaggini burocratiche e sbloccare i procedimenti amministrativi per l’apertura dei cantieri in Italia.

Un’altra spinta europeista di Matteo Salvini arriva sul tema dell’immigrazione. “Facciamo come la Spagna, la Francia e la Germania: controlliamo i confini.” Dal classico chiudiamo tutti è pronto per una apertura e un ricollocamento delle persone che arrivano: “Su questo firmo qualunque normativa europea“. Con ironia Vespa parla di una conversione europeista di Salvini. “Io non sono per le etichette. Se riusciamo a coniugare l’ideale europeo, quello di De Gasperi, di De Gaulle, Papa Giovanni Paolo II con l’interesse italiano abbiamo fatto bingo”. Non si definisce sovranista o europeista, quindi, parla di portare più Italia in Europa.

Quanto ne farà parte la Lega? Si vocifera su probabili ministri leghisti nella nuova formazione di governo. Vespa butta giù l’argomento e il leader del Carroccio non si sbilancia. Risponde “Non ho presentato la lista dei ministri e dei segretari. La mia fiducia è in Draghi”. Poi lascia intendere la volontà di essere a capo di un Ministero: “Ovviamente come Lega, se diamo la fiducia contiamo di partecipare alla rinascita del Paese“. Nonostante “i compagni di viaggio sono quelli che sono ma se il professor Draghi mi dice ho bisogno di te, io sono a disposizione“.

L’apparente minoranza del centrodestra

A proposito di compagni di viaggio e presenze all’interno del Parlamento con cui non corre buon sangue, Salvini sul tema maggioranze e minoranze rimane molto ottimista. Innanzitutto su Giorgia Meloni e la sua gaffe nell’aver detto parlato di centrodestra non a nome della leader di Fratelli d’Italia.  Il leader del Carroccio precisa “Se devo parlare di piano vaccinale, apertura delle scuole, dei ristoranti e dei cantieri lo faccio con chi ha accettato la sfida del governo” . Inoltre, gli si fa notare che Lega e Forza Italia saranno la minoranza nella maggioranza.

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Questa sembra essere una condizione solo di nome perchè come fa notare Salvini, su molti punti molti viaggiano sulla loro stessa lunghezza d’onda. Tra questi, come ci si aspettava, c’è Italia Viva “che sono fra virgolette dall’altra parte ma la pensano come noi” ma anche alcuni dei 5 stelle. Temi come tasse, giustizia, cantieri e sviluppo, i giovani e il lavoro metteranno d’accordo più teste anche di partiti diversi tanto da creare una maggioranza, seppur di sinistra, più orientata al centrodestra.

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“Se non fossimo entrati non sarebbe cambiato nulla, invece di esserci Conte vi era Draghi. La presenza della Lega e Forza Italia qualcosa può cambiare”. Il leader del partito leghista ha deciso soprattutto di entrare in questo governo per non lasciare il paese “in mano alla sinistra”. Infatti sulla sua scelta e quella della alleata di Fratelli d’Italia dice: “Rispetto la scelta di Giorgia Meloni, non contesto, non critico. Ho fatto una scelta diversa. All’interesse del partito ho anteposto l’interesse del paese. Se c’è in ballo il futuro di mio figlio preferisco fanne parte”.

 

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