L’unità della coalizione centrodestra messa in discussione per l’ennesima volta

L’arrivo del professor Draghi è stato da una parte una benedizione per il Paese e la sua economia in questo periodo di crisi. Dall’altra ha messo in crisi tutti i partiti e ha stravolto gli equilibri interni – già evidentemente precari. Anche la coalizione centrodestra ne ha risentito.

coalizione centrodestra

Una svolta che come uno tsunami potrebbe risistemare l’ordine dei partiti e delle coalizioni ed essere d’aiuto anche alla politica stessa. La frattura interna più visibile e insanabile probabilmente è quella interna al Movimento 5 stelle. Una spaccatura che porterà ad una scissione dei populisti a causa della divergenza di opinione sull’entrata del Movimento in questo governo Draghi. La fazione governista – guidata da Grillo e Di Maio e spalleggiata da Conte – ha vinto sui “puristi” “ribelli” di Di Battista, Lezzi e Toninelli. Ma i grillini non sono gli unici la cui unità è crollata al cospetto dell’ex presidente della Bce.

Una separazione – anche se momentanea, come dicono –  arriva dalla coalizione di centrodestra. Apparsa negli ultimi anni ben salda e indiscutibile. Ma la verità è che all’interno della coalizione vi sono idee molto diverse tra i partiti. All’appoggio a Mario Draghi vi è stata una netta spaccatura senza mezzi termini tra Giorgia Meloni da una parte, quella dell’opposizione e Berlusconi e Salvini da un’altra, pronti ad appoggiare l’europeista Draghi. Da parte del Cavaliere ce lo si aspettava, e anche la Meloni se lo aspettava poichè Berlusconi ha sempre appoggiato e favorito il professor Draghi. Inoltre, da parte di vari esponenti di Forza Italia, era stata palesata più volte la volontà di costituire un governo di migliori e di alto profilo che prendesse le redini del paese.

Chi ha cambiato rotta e ha sorpreso è stato Matteo Salvini. Sovranista ed euroscettico convinto premeva per la sovranità popolare e chiedeva le elezioni, sapendo di essere primo partito nei sondaggi. Con la sua virata improvvisa ha lasciato senza parole tutti  soprattutto la sua collega di reparto Giorgia Meloni.

La forza della coalizione centrodestra: strategia o realtà?

Non è infatti la prima volta che i tre partiti non si trovano sulla stessa lunghezza d’onda, i sovranisti Fratelli d’Italia e Lega, spesso si trovano in disaccordo con il partito azzurro molto più orientato verso il centro il liberalismo e l’europeismo. Questa tendenza forzista ha creato non pochi problemi interni alla coalizione. 

In questa occasione però la Meloni si trova da sola all’opposizione ma non demorde sulla forza della coalizione, confessando di essere sicura che a breve andranno insieme al governo. I tre partiti rassicurano sul fatto che continueranno a viaggiare insieme per le amministrative e questa scelta differente non cambierà nulla all’interno della coalizione. Ma questo è da vedere. La voce di Giorgia Meloni probabilmente ora si sentirà più forte, da sola all’opposizione potrà rubare altri voti al collega Salvini come procede in verità da circa un anno. Nel frattempo, l’altro partito, Forza Italia, è già più vicino – da un po’ in sordina da oggi alla luce del sole – all’Italia Viva di Renzi che ai colleghi sovranisti. La costruzione di questo governo, in effetti, è stata architettata da Renzi e Berlusconi e questa accoppiata fa scricchiolare ancora di più la coalizione centrodestra.

L’inaspettata e incredibile conversione europeista di Salvini degli ultimi giorni mette in discussione anche temi cardine del pensiero comune di Salvini-Meloni. Ed è proprio su questi temi che, con Fdi all’opposizione e la Lega in maggioranza, potrebbero scontrarsi i due fedeli ex colleghi. La Meloni si proclama garante del centrodestra, rimanendo a “presidiare i valori del centrodestra”. Sempre che poi alla fine di questa avventura di governo si ritrovino tutti ancora d’accordo. Questo governo determinerà una divisione nel fronte populista-sovranista con l’apertura al governo di larghe intese e un compromesso europeista da parte di Salvini.

La spaccatura del centrodestra non è colpa di Draghi

La spaccatura del centrodestra è chiamata da un po’, soprattutto dai forzisti che non vogliono “morire sovranisti”. C’è un’anima molto forte all’interno di Forza Italia che spinge per un ritorno alle origini del partito, prima della coalizione con i sovranisti. Ed è quella che sta emergendo ora in vista di questo nuovo governo. A preferire una strada centrista e per un governo di larghe intese anche partiti minori come Cambiamo! di Toti e Udc.

Ma non è con l’arrivo di Draghi che ha iniziato a traballare la presunta compattezza del centrodestra. I motivi provengono soprattutto da Forza Italia che vuole tendere più a sinistra contrariamente ai due sovranisti. Inoltre, negli ultimi mesi vi sono stati vari scontri tra Salvini e Berlusconi, dall’emendamento Mediaset alla fuga di forzisti nel partito leghista. Il presunto coinvolgimento in inciuci di palazzo di Berlusconi nel governo uscente, prima smentito e chiarito sia dal partito azzurro che da Zingaretti. Forza Italia si era dimostrata favorevole ad un confronto con le forze di governo cosa che lo differenziava dai suoi colleghi. Per la Meloni, quella collaborazione richiesta alle forze di opposizione era solo un tentativo della sinistra di dividere il centrodestra.

Ma pare che i problemi interni alla coalizione di centrodestra non dipendano dalla sinistra nè da piani assurdi per far rompere le fila ma di posizioni e divergenze abbastanza chiare e sedimentate. Questo matrimonio di convenienza che sa di forzatura, forse va avanti da troppo tempo e questo governo sembra esserne la prova e il banco di prova per quando ognuno ritornerà al suo posto.

Come sarà il centrodestra dopo la parentesi di questo governo?

Chissà dove tornerà la Lega di Salvini. Si fatica a capire se abbia perso la bussola del sovranismo e abbia subito una reale conversione oppure sia stata una strategia per salire sul carro d i Draghi e ritornare in maggioranza. Chissà dove tornerà Forza Italia, che sicuramente ora si trova più a suo agio con personalità come Draghi e i suoi tecnici con cui i ministri azzurri- tra cui una delle più liberaliste Carfagna – si dovranno interfacciare.

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Sarà un nuovo centrodestra Salvini-Berlusconi con il Berlusca che riuscirà a convincere il leghista ad abbandonare la strada del sovranismo e accettare quella che ha intrapreso del pragmatismo e della realpolitik? Vi sarà un ritorno alla destra sovranista per Salvini e quindi si ricompatterà l’asse Salvini-Meloni con Forza Italia che prenderà una strada diversa e nasceranno nuove alleanze? Magari una coalizione di centro ed europeista tra Berlusconi, finalmente staccato dai colleghi intransigenti e aperto a nuove frontiere, ed Italia Viva reduce dalla separazione con i dem?

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Questo si potrà dire solo dopo che questo governo avrà mostrato le sue carte e si ristabiliranno nuovi equilibri. Nel frattempo che ognuno ha risposto alla chiamata del Paese e del Capo dello Stato, tutti gli equilibri precari e di convenienza si sono finalmente rotti.

 

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