Covid, sospese le visite per il porto d’armi: 150 vigili senza pistola

Porto d’armi, niente visite a causa del Covid: 150 vigili di Roma perdono la pistola d’ordinanza. In attesa della proroga dal Campidoglio, potrebbero essere 50 al mese le armi da restituire

Covid, sospese le visite mediche per il porto d'armi: 150 vigili senza pistola

Stando a quanto raccontato dal quotidiano Il Messaggero, sarebbero già 150 i vigili urbani di Roma costretti a riconsegnare la pistola d’ordinanza. Perché le licenze sono scadute e, causa Covid, le visite mediche per l’idoneità al porto d’armi sono sospese. Ma il rischio è che il numero degli agenti senza arma possa aumentare, al ritmo di 50 restituzioni al mese. A meno che dal Campidoglio non arrivi a breve una proroga. Il quotidiano romano svela che la prima nota del comando generale di polizia locale ai suoi 2.500 agenti armati sul tema è arrivata ad ottobre. Informativa che rassicurava però sulla «proposta di delibera per la proroga» d’ufficio inoltrata al Comune e relativa alle idoneità in scadenza tra i 48 e i 72 mesi.

La procedura, inoltre, era già stata approvata e applicata per i permessi in scadenza tra luglio e agosto, ma non è ancora stata rinnovata per quelli successivi. Di conseguenza, spiega il Corpo, «si è reso necessario disporre obbligatoriamente la temporanea riconsegna dell’arma a tutti i dipendenti con l’idoneità in scadenza». In base alla ricostruzione del Messaggero, il problema sarebbe legato non tanto alla burocrazia, quanto alla lentezza del Campidoglio nel firmare la proroga. A questa si aggiunge anche il fatto che «gli agenti che eseguono le visite mediche per l’accertamento dei requisiti psico-fisici sono impegnati a effettuare controlli sierologici e tamponi ai propri dipendenti», fanno sapere dalla direzione sanitaria del Corpo.

Covid, sospese le visite mediche per il porto d'armi: 150 vigili senza pistola

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Porto d’armi, esposto alla Corte dei Conti

L’ultima grana è il rischio di un possibile danno erariale causato da questa situazione. Lo sostiene Stefano Erbaggi, esponente di Fratelli d’Italia, che sta preparando un esposto alla Corte dei Conti. «L’inerzia dell’Amministrazione sta di fatto determinando un disarmo dell’ufficio della polizia Locale e proprio in un momento in cui in città cresce la domanda di sicurezza – ha detto al Messaggero -. Oltre a esporre inutilmente i vigili urbani, chiamati a svolgere un servizio in cui era previsto il porto dell’arma, la mancata delibera di proroga già richiesta dal Comando determina un danno erariale inutile».

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E aggiunge: «Causato dai costi burocratici del progressivo ritiro delle 2.500 pistole automatiche in dotazione e dal mancato utilizzo dell’intera fornitura. L’acquisto delle armi che ha a suo tempo determinato una spesa per l’Amministrazione. Per queste ragioni oltre a biasimare quanto sta accadendo e a esprimere la nostra solidarietà agli agenti della municipale, presenteremo un esposto alla Corte dei Conti. Una misura necessaria perché ai caschi bianchi vengano restituite le pistole».

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