La crisi profonda del Pd, in fuga da una nave alla deriva. Zingaretti tra correnti e caos

Altra fuga dal Partito democratico, Marco Minniti lascia il Pd. Una grande sconfitta per il partito perdere un deputato così qualificato militante dall’era D’Alema. Il partito di Zingaretti alla deriva. 

L’ex ministro dell’Interno Marco Minniti lascia il Pd, o meglio tenta di farlo. Le sue dimissioni non sono state ancora accettate e sembra che il partito fatichi a farlo. Una decisione che far tirare un sospiro di sollievo al dalemiano. Nel Pd ormai ci stava stretto tra invidie e inezie, lascia a cuor leggero la Camera. Ma questa non è una buona notizia per il Pd e per Nicola Zingaretti che perde pezzi. I dem sono in balia di tensioni interne scisso in varie anime e tensioni con gli alleati grillini, anch’essi dispersi.

Il Pd appare frastornato senza una vera leadership tra le varie divisioni, Zingaretti sembra non riuscire a tenere testa. Non ha più un’identità poichè le varie correnti interne sono così distanti tra loro che si fatica a riconoscere un’unica direttrice che faccia capo ad un unico partito. In un momento in cui bisogna mostrarsi più compatti che mai, il Pd mostra di non avere un programma unico e senza una direzione.

Minniti ha scelto di abbandonare questo partito e la politica perchè non si riconosce più in un partito che pensa solo alle poltrone, all’immagine e a correre dietro i 5Stelle. I dem sono in completa lotta gli uni con gli altri, ora anche l’accusa di Orlando agli ex renziani di logorare Zingaretti.

Una lotta spietata tra sempre più correnti e sottocorrenti, facenti capo ad altrettanti sotto leader e chi dovrebbe tenere le briglie pare non riuscirci in modo efficace, Zingaretti.

Pd

In fuga dal Pd, ce la farà Zingaretti a tenere le redini

Non si sa quale sarà la prossima via del Pd, se sarà unitaria e maggioritaria o si prenderanno strade diverse a seconda dagli interessi in campo in quel preciso momento. Si rinnoverà l’alleanza con i grillini? E con Leu? Per costruire una reale alternativa politica ai sovranisti è necessario muoversi compatti verso un’unica direzione e che sia coerente.

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I sondaggi mostrano come questi dissidi interni nel Movimento 5 Stelle e anche all’interno del Pd stiano danneggiando il loro consenso e stiano favorendo l’inarrestabile e spaventosa ascesa di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni è con il fiato sul collo dei dem dopo aver scavalcato i grillini che litigano tra di loro, non avrà certo paura di fare lo stesso con il Pd. Inoltre, se il partito democratico vuole sopravvivere deve trovare una quadra al suo interno, un programma unico per quando si voterà. Non può essere un partito che sopravvive solo grazie alla paura che l’alternativa sia la strada peggiore e confidare che tutti gli italiani la pensano così.

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Oltre a Minniti, anche Martina e Padoan hanno lasciato la nave che affonda, pezzi da novanta che abbandonano il Pd in condizioni ancora più nere. La presenza in Parlamento per loro oramai era diventato un incubo. Un esodo con cui i dem devono fare i conti e non possono far finta di nulla. La crisi in cui riversa il Pd sembra essere sul punto di non ritorno se non si agisce in fretta, e la domanda è chi sarà in grado di risollevarlo? Tra chi non è d’accordo con i nuovi alleati e chi non sopporta questa estrema fedeltà a Conte, Zingaretti è scisso a metà e sembra non tenere più i fili. 

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