Caso Genovese, denunciati due tecnici: tentarono di vendere video dell’attico alla TV

Caso Genovese, denunciati due tecnici: tentarono di vendere i video dell’attico alle emittenti televisive. Proseguono le indagini della Procura sul giro di droga e sui casi di abuso sessuale.

Alberto Genovese - meteoweek
l’imprenditore Alberto Genovese – meteoweek.com

Alberto Genovese, mago delle startup arrestato a novembre 2020 per aver drogato e violentato una modella di 18 anni nel suo appartamento di Milano, ha negato di aver abusato della seconda ragazza – una modella 23enne – quella notte trascorsa Ibiza, nel luglio 2020. Già nell’interrogatorio fiume, avvenuto dopo l’arresto e riportato sui verbali, Genovese aveva la sua versione dei fatti, rigettando tutte accuse nei suoi confronti.

Secondo quanto si apprende dalle ultime ricostruzioni effettuate dagli inquirenti, sarebbero emersi ora ulteriori dettagli in merito alla questione relativa alle telecamere installate nel suo appartamento.  In particolare, a finire indagati per appropriazione indebita qualificata sarebbero due collaboratori di una società, la stessa che avrebbe effettuato una consulenza sui filmati registrati dai dispositivi a circuito chiuso installati nell’attico ‘Terrazza Sentimento’ per conto della difesa di Genovese.

Tecnici tentano di vendere video dell’appartamento di Genovese

Come viene riportato dall’ANSA, i due tecnici sono stati denunciati dai difensori dell’imprenditore poiché avrebbero tentato nelle scorse settimane di vendere i video dell’appartamento milanese a diversi media, arrivando a chiedere un compenso di 30mila euro a un’emittente televisiva – che pare abbia comunque rifiutato. Ad aprire il fascicolo sulla tentata vendita delle immagini era stato il procuratore aggiunto Letizia Mannella, che assieme al pm Rosaria Stagnaro è titolare dell’inchiesta sui presunti abusi contestati da Genovese.

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Nel frattempo, la Procura sta proseguendo nelle indagini per tentare di risalire a nuovi elementi sui sei presunti casi di abusi ai danni di altre due giovani, ma che ancora sono stati ritenuti provati dal gip Tommaso Perna. In merito agli ultimi casi saranno necessari ulteriori approfondimenti investigativi, così come sta avvenendo per la questione relativa al giro di droga dei festini organizzati dall’imprenditore.

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Due, in questo caso, le figure indiziate; perché se il 90% delle sostanze le metteva a disposizione lo stesso imprenditore, la parte restante – avrebbe spiegato Genovese durante l’ultimo interrogatorio – la portavano altri due ospiti alle feste. “Sam”, in particolare, era quello da cui il mago del web si riforniva maggiormente, dato che “gli bastava anche un solo giorno di preavviso” per procurargli la droga.

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