Renzi sempre più lontano dal Pd, ironizza su Zingaretti e segue la via moderata-liberale

Le critiche del Pd a Matteo Renzi per la questione dell’Arabia Saudita hanno incrinato ancora di più i rapporti tra l’ex premier e i suoi ex alleati dem. Un riavvicinamento tra loro sembra orami un’ipotesi lontana, anche perché sembrano aver preso due linee completamente diverse. 

Renzi aveva risposto alle aspre critiche del Pd nei suoi confronti dicendo che era diventato motivo di unione in un partito ormai alla deriva. Ha avvertito un “clima d’odio e di rabbia” nei suoi confronti, dovuto anche al fatto, probabilmente, che è stato il fautore della crisi di governo. Una crisi che ha portato a svelare gli scheletri nell’armadio degli alleati giallorossi, entrambi i partiti ormai sembrano perdere pezzi e fare acqua da tutte le parti. Una mossa che Renzi non si pente di aver fatto, anzi, forse gli effetti che ha prodotto sono proprio il reale obiettivo che era nelle intenzioni del leader di Italia Viva. “Io lo rifarei non una, non dieci, ma cento volte” dichiarazione che non ammette interpretazioni, non c’è nessun pentimento per Renzi.

Nell’intervista rilasciata al Giornale, Renzi ironizza su Nicola Zingaretti, “Quest’anno gli daranno il premio Comunardo Niccolai” ricordato nel mondo del calcio come il re dell’autogol. Il riferimento è al comportamento masochista del segretario del Pd nel sostenere in modo così netto ed esasperato il M5S e Conte. Un atteggiamento che è costato ai dem anche la fuga di altre personalità storiche del Partito Democratico. Questo accanito appoggio a Conte di Zingaretti gli sta costando la leadership, che già risulta ampiamente compromessa.

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Durante la crisi di governo Zingaretti era uno di quelli che gridava “o Conte o morte” e ora rischia di trovarselo, anzi quasi sicuramente, a capo del Movimento 5 stelle. Questo significa che sarà un suo avversario a livello elettorale per quanto alleati politici possano essere. Renzi beffeggia Zingaretti per questa azione poco astuta. “Non ho parole. Penso che sia stato il più spettacolare autogol della storia della politica.”

Renzi sempre più lontano dal Pd

Il segretario del Pd si è immolato per Conte e per il Movimento 5 Stelle, ma non ha sacrificato solo lui ma anche il Partito democratico e tutti i valori che sono ormai dimenticati tra le varie correnti e i vari dissidenti. Non resta molto al Pd e l’odio e le polemiche nei confronti dell’ex sindaco di Firenze, sembrano essere l’unica cosa che li tiene insieme. Critiche e messaggi di odio che al leader di Italia Viva non toccano proprio “non mi scalfiscono” dice Renzi.

Sempre più lontani, quindi, Matteo Renzi e il Pd. Un riavvicinamento sembra sempre più impossibile ed è improbabile che qualcuno del Pd dimentichi ciò che ha fatto Renzi che come sottolineato rifarebbe altre cento volte. Una distanza, ormai, anche nei valori. Renzi sembra aver preso una strada completamente diversa da quella del Pd, o quantomeno quella che dovrebbe essere. Tra le varie correnti e sottocorrenti del Pd, ci sono anche ex renziani, i cosiddetti riformisti che facevano capo al Rottamatore. Ma quest’ultimo, dopo aver rottamato ciò che restava del Pd e giocando con le sue macerie, ha intrapreso un’altra via.

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La sua idea punta ad un area moderata-liberale che lo porta molto più vicino al partito di Forza Italia che al Pd di Zingaretti. La linea tracciata è molto chiara, e si dissocia da quella confusione di idee e valori, a volte anche molto discordanti tra loro, che animano il Pd. L’intenzione di creare il partito del Grande Centro con Berlusconi è nell’aria già da molto tempo e sembra che la loro ultima alleanza, proprio nel far cadere Conte e far arrivare Mario Draghi al Palazzo Chigi, abbia sortito grande successo. Un partito di centro che permetta ai forzisti “che non vogliono morire sovranisti” di allontanarsi da vecchie alleanze e procedere verso la linea fondatrice più moderata e liberale. Questa strada stuzzica Renzi che vuole portare i suoi valori riformisti e liberali verso un’indipendenza maggiore dai valori associabili al Pd.

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