Aifa “rassicura su sicurezza del vaccino AstraZeneca”. Ma aumentano le disdette

Una nota dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si pronuncia chiaramente a proposito del vaccino AstraZeneca, di recente finito al centro di un prepotente maltrattamento mediatico. Ora l’Aifa “rassicura fortemente i cittadini sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca per una ottimale adesione alla campagna vaccinale”. Eppure, la pessima gestione della notizia del lotto ritirato sta già avendo i suoi effetti, tra bufale sui social e prenotazioni ritirate. 

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MeteoWeek.com (da Getty Images)

Il dado è tratto, si direbbe. La pessima gestione della notizia del lotto AstraZeneca ritirato sta già avendo i suoi effetti nella vita reale e dunque nella gestione della pandemia. In questa sede avevamo già spiegato il perché sia necessario mantenere la guardia alta ma senza panico, avevamo già spiegato che la correlazione temporale tra vaccino e trombosi non equivale a una accertata correlazione causale, e avevamo già spiegato: il Regno Unito ha già ribadito di non aver incontrato particolari problemi con la somministrazione del vaccino AstraZeneca, su un netto di 11 milioni di dosi somministrate. Eppure, la bomba mediatica è stata lanciata (e male), e ora rischia di compromettere significativamente la campagna di vaccinazione. A non trattare adeguatamente una notizia che si presta a strumentalizzazioni erano stati un po’ tutti, dalle principali testate cartacee a vari utenti social diffusori di fake news. Ora l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ribadisce in una nota che i casi di decesso verificatisi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca “hanno un legame solo temporale. Nessuna causalità è stata dimostrata tra i due eventi. L’allarme legato alla sicurezza del vaccino AstraZeneca non è giustificato. Le attività di farmacovigilanza proseguono sia a livello nazionale che europeo in collaborazione con Ema, monitorando con attenzione possibili effetti avversi legati alla vaccinazione” e, pertanto, l’Aifa “rassicura fortemente i cittadini sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca per una ottimale adesione alla campagna vaccinale“.

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Altre voci autorevoli

A parlare è stato anche il direttore dell’Aifa, Nicola Magrini, in un’intervista al Corriere della Sera, in cui specifica: “Le evidenze scientifiche parlano. Milioni di persone sono state trattate in tutto il mondo, oltre 10 milioni solo nel Regno Unito, e non hanno avuto che effetti indesiderati lievi, di breve durata, non pericolosi e ben noti: febbre, emicrania, dolori muscolari. Per quanto riguarda alcune segnalazioni più gravi, incluse alcune morti improvvise o infarti, il nesso di causalità col vaccino non è stato stabilito e sono pertanto da considerare episodi dovuti ad altro”. E’ vero, ci sono stati dei decessi tra i vaccinati, anche in Italia. Su questo punto Magrini afferma: “Sarà importante leggere l’esito delle autopsie nel dettaglio. Per almeno un caso è già stata esclusa la relazione diretta col preparato di AstraZeneca. Oggi sarà effettuata l’autopsia sul militare di Augusta. È di primario interesse perché è il caso più ravvicinato alla somministrazione della dose. Sono stati coinvolti per questo esame anche esperti di coagulazione. Solo dopo gli approfondimenti sarà possibile escludere del tutto un rapporto tra il decesso e il vaccino”. Questo vuol dire che ipoteticamente gli esperti confidano già nella sicurezza del vaccino, ma per averne la completa certezza si attendono le autopsie sui casi presi in esame. Quelle effettuate fino ad ora sembrano escludere una correlazione tra le morti e i casi di trombosi.

Fa eco la responsabile della comunicazione Oms Margaret Harris, che a proposito dell’AstraZeneca afferma: “è un vaccino eccellente” e al momento non è stata individuata nessuna relazione causale tra iniezione e problemi sanitari. Poi ancora: “È molto importante capire che, sì, dovremmo continuare a usare il vaccino AstraZeneca. Stiamo monitorando ciò che monitoriamo sempre: ogni segnale sulla sicurezza deve essere investigato”. Seguono poi le dichiarazioni di Giorgio Palù (Aifa) che, ospite a In mezz’ora in più su Rai3, afferma: “C’è molta emotività” sulle vaccinazioni, “e questo vale anche per le vaccinazioni AstraZeneca“. Eppure tra i casi e la somministrazione delle dosi non c’è “nessuna correlazione se non una relazione temporale. Non c’è nesso causale”. Ovviamente sarà necessario attendere i risultati delle autopsie, ribadisce Palù, ma intanto diversi studi molto autorevoli lasciano escludere quanto suggerito da varie forme di allarmismo.

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Eppure il dado è tratto

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Tuttavia, se da un lato le massime autorità scientifiche si spendono per placare gli allarmismi, dall’altro lato emergono i primi effetti di notizie date nella maniera sbagliata, soffiando sul fuoco del sensazionalismo senza prestare attenzione a dati e certezze scientifiche. In maniera molto più generica, si può dire semplicemente che sarebbe bastato attendere: attendere l’esito delle autopsie, attendere le dichiarazioni delle principali autorità scientifiche, attendere – insomma – di poter trattare la notizia nella maniera più adeguata. Purtroppo questo non è stato fatto, e ora ci ritroviamo in un’Italia spaccata in due: una parte aspetta pazientemente l’esito delle autopsie, nella speranza di sentirsi ribadire a gran voce quanto anticipato (il vaccino è sicuro); l’altra parte invece vacilla, dubita, si spaventa e disdice. Tanto che il governatore della regione Toscana Eugenio Giani ha già annunciato: chi rinuncia all’appuntamento per il vaccino AstraZeneca perde la priorità. La decisione arriva a fronte del mare di disdette che da giovedì a sabato ha travolto l’amministrazione: circa 4.178, pari al 12,8% dei 36.793 posti assegnati fino a metà della prossima settimana. A Treviso, stando a quanto riportato da TrevisoToday, l’Ulss 2 avrebbe registrato, nella mattinata di sabato, la defezione di circa mille persone, su un netto di circa 3.600 prenotate. Anche in questo caso la causa sarebbe imputabile alla gestione delle notizie sul vaccino AstraZeneca.

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Accelerare sui vaccini, non sulla titolazione delle notizie

A questo punto, forse, è necessario evidenziare un elemento. In Italia si parla tanto, in continuazione, dell’esigenza di accelerare con la campagna vaccinale. Ebbene, la rapidità delle vaccinazioni non dipende esclusivamente da fattori tecnici (rifornimenti, distribuzione, somministrazione), ma anche da fattori sociali. Accelerare la campagna vaccinale vuol dire anche predisporre i cittadini alla vaccinazione. E per farlo non serve una grande opera di convincimento in pompa magna. Servono risultati, e serve attenzione. Attenzione nel dare le notizie e soprattutto attenzione nel fornire dati certi. Per farlo, però, è anche necessario aspettare che le indagini facciano il loro corso (in questo caso è necessario attendere le autopsie). Altrimenti si rischia di ritrovarsi in questo limbo di incertezza in cui la bomba mediatica viene sganciata e le autorità scientifiche accorrono a tappare i buchi di comunicazione, a smentire le fake news, ma non riescono ancora a sbandierare la prova del nove fornita da indagini incontrovertibili. In questo vuoto che si viene a creare, si scatena il panico e si perdono vaccinazioni.

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