Conte prepara la leadership e un manifesto per i 5 stelle

Giuseppe “il temporeggiatore” prende tempo ma ha pronto un nuovo manifesto per il Movimento. Domani prima assemblea, ma sono da risolvere urgentemente la questione dei due mandati e i rapporti con Rousseau.

Giuseppe Conte parlerà domani all’assemblea del Movimento, l’evento sarà curato dal guru Rocco Casalino che ha in mente qualcosa di molto teatrale, come nel suo stile. L’ex-premier deve prendere il mano il partito e presentare un nuovo manifesto che definisca regole e programmi del M5S 2.0 come quella “forza liberale e moderata” indicata da Luigi Di Maio meno di un mese fa.

I problemi non mancano, i colloqui tra l’ex-premier e Davide Casaleggio, titolare della Piattaforma Rosseuau e vero “proprietario” del 5 Stelle, sono molto tesi. Beppe Grillo ha ribadito più volte che la regola dei due mandati è sacra, questo punto è stato il regalo di nozze per la riappacificazione tra il comico genovese e Davide. Conte però vuole superare questa imposizione, tanto che i rapporti con il figlio di Gianroberto sono arrivati al massimo della tensione.  L’erede del co-fondatore ha inoltre ricordato che “dovranno essere pagati dagli eletti Movimento gli arretrati dovuti alla piattaforma, che ammontano a circa 450 mila euro”. Senza il saldo, non potrà essere proposta alcuna modifica dello statuto e quindi rimarrebbe bloccata la stessa nomina di Conte a leader. La contromossa di Conte è stata quella di riunire alcuni giuristi di fiducia per portare in tribunale l’associazione Rousseau. Il tutto accadeva una settimana, ora si valuta una riappacificazione.

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E’ un campo minato quello in cui si muove l’ex-premier, la via è quella della mediazione e del temporeggiamento. Sa bene che senza Casaleggio e Grillo del nuovo M5S non si fa nulla, allo stesso tempo però non può mettersi contro i parlamentari che lo hanno eletto Presidente del Consiglio togliendogli la possibilità di essere eletti per la terza volta, senza dimenticare coloro che sono fuori da cariche pubbliche in attesa del loro turno e premono per entrare. Conte condivide la linea di Grillo sul tetto dei due mandati, se salta questo il consenso del partito scenderà ancora. Ma Conte non può inimicarsi gli eletti, il rischio è quello di spaccare il Movimento ancora a legislatura in corso. Allo stesso tempo fare deve attenzione al fuoco degli ex, capitanati da Alessandro Di Battista e dalla “silurata” Barbara Lezzi.

Un occhio anche alle imminenti amministrative. I giallorossi dovranno trovare l’intesa per le votazioni di Roma, Torino, Napoli, Milano e le regioni Calabria e Sicilia. Il problema principale riguarda la Capitale, Virginia Raggi ha sì ottenuto l’appoggio ufficiale di Beppe Grillo ma è invisa a praticamente tutto il Movimento, al Pd e soprattutto ai cittadini romani. La sua riconferma è improbabile ma lei non molla: lancia una lista in suo appoggio, incontra il Papa, presenta piani di ristrutturazione delle partecipate. Insomma, la Sindaca le prova tutte ma Conte non la appoggerà, forte anche dell’alleanza con Letta e quindi si farà promotore della candidatura del “suo” ex-ministro Roberto Gualtieri per il Campidoglio. Virginia è avvisata ma prima di affondare tirerà fuori i denti, Conte ne è al corrente.

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IL MANIFESTO DI CONTE

Quali i nuovi punti su cui basare il M5S 2.0 a stampo Conte? Innanzitutto l’alleanza col Pd. Conte si è ampiamente mosso in questo senso e i rapporti con Enrico Letta sono molto buoni, come visto dagli ultimi incontri. Poi un vero programma che sia in continuità con le idee (poche a dire il vero) della “tradizione” pentastellata. I punti chiave: ecologia, trasparenza, giustizia. Infine bisognerà lavorare alle regole di gestione interna e impostazione del Movimento a cominciare dalle espulsioni. Poi i rapporti con i cacciati e gli ex-eletti, tantissimi quelli persi per strada. Infine il nodo più grosso di tutti: la regola dei due mandati. Questa la strada per prendersi il Movimento e, magari un giorno, tornare a Palazzo Chigi. Una bella gatta da pelare per “l’avvocato del popolo”.

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