“Stanchi di vivere in un limbo”: alcune palestre apriranno già da domani

Mentre il Governo valuta riaperture dal 20 aprire, molte palestre apriranno da domani. A dirlo Giampiero Guglielmi, presidente dell’Anpals, associazione palestre e impianti sportivi, all’Adnkronos.

Si terrà giovedì un incontro tra i presidenti di Regione ed il premier Mario Draghi. L’obiettivo è cercare di pianificare un programma di riaperture, specie per quelle attività che sono state penalizzate più di altre dalle restrizioni contro il Covid. “Bisogna pianificare la ripresa“, sostengono i governatori; ma soprattutto bisogna capire che la ripresa è necessaria e che bisogna riaprire. La crisi ha colpito tutti ma alcune attività pagano un prezzo più alto di altre. Bisogna insomma dare qualche prospettiva a quei settori chiusi per permettere di organizzare le riaperture che potrebbero partire subito dopo il 20 aprile, nel caso di un miglioramento dei dati epidemiologici. Alcune attività potrebbero però dover attendere ancora, come le palestre. Per piscine e centri sportivi, bisognerà con ogni probabilità attendere maggio.

Leggi anche: Sondaggi sui leader: Draghi in testa, seconda Meloni, poi Conte

Ma gli esercenti sono ormai al limite e non hanno più intenzione di attendere. “Molte strutture apriranno da domani. Siamo stanchi di vivere in un limbo senza giustificazioni”, dice Giampiero Guglielmi, presidente dell’Anpals, associazione palestre e impianti sportivi, all’Adnkronos. Ciò nonostante, riaprire non sarà facile. “La mentalità della gente è ancora alle prese con il terrore del contagio, di conseguenza l’affluenza sarà minore rispetto all’anno scorso”, prosegue il Presidente che considera divieti e chiusure come “un accanimento nei confronti del settore”. 

Leggi anche: Rigoristi e aperturisti, al Governo passa la prima linea e le pressioni su Mario Draghi aumentano

Qualche mese fa, al vaglio di Palazzo Chigi, c’era l’ipotesi della riapertura di palestre e piscine che, fin dall’inizio dell’emergenza epidemiologica, sono state costrette a chiudere salvo pochissime eccezioni e per pochi giorni. Poi, la circolazione delle varianti ha messo in allarme gli esperti e il Comitato tecnico scientifico ha detto no alla possibilità di riapertura di palestre e piscine a causa del movimento di persone e della circolazione che i luoghi in questione comportano. Al momento, non c’è ancora una data sulla riapertura. E il malcontento diventa sempre più evidente. “I centri fitness, ovvero le palestre, sono chiuse ormai da ottobre scorso, quindi da 6 mesi”, ha lamentato all’Adnkronos Alessandro Madonia, Ceo di “Palestre di successo”, primo portale italiano dedicato ai centri fitness.

Per i centri fitness non si sa ancora poco o nulla in termini di ristori. Si vocifera che il bonus sia mediamente 2.400 euro complessivi a palestra e che coprirebbero tutto il periodo di chiusura”, ha spiegato. “Se fosse così significherebbe che lo Stato ci sta dicendo di chiudere definitivamente, oltre al fatto che l’argomento apertura non viene proprio affrontato”, lamentava Madonia. Della stessa idea Giampaolo Duregon, Presidente dell’Associazione Nazionale Impianti Sportivi e Fitness che già ad ottobre lanciava l’allarme e si batteva per la riapertura dei centri sportivi. “Le strutture non riapriranno, non avranno più la forza. E con loro spariranno tanti posti di lavoro”, lamentava Duregon.

I numeri di un disastro

Parlando di numeri, commercio, servizi alla persona e intrattenimento sono a conti fatti i comparti più colpiti. Secondo le stime, le agenzie di viaggio e tour operator hanno denunciato perdite al 73,2% , seguite da attività artistiche, palestre, piscine, sale giochi, cinema e teatri, che hanno perso il 70%. Alberghi e alloggi sono al -53, seguiti da bar e ristoranti a cui, però, è stata nel tempo concessa qualche lieve libertà. L’attività di palestre, piscine e centri sportivi di tutta Italia è stata sospesa con il Primo decreto firmato lo scorso 9 marzo da Giuseppe Conte e già dopo pochissimi giorni le perdite sembrarono immense. Consideriamo, poi, che le attività in questione non hanno riaperto se non per qualche giorno. Una perdita, insomma, dal valore inestimabile e che, probabilmente, continuerà ad aumentare.

Impostazioni privacy