Roma verso l’ennesima emergenza rifiuti: la Capitale chiede aiuto a Napoli

Roma chiede aiuto a Napoli per il conferimento di 100 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno: valutazioni in corso tra le due città.

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Roma verso l’ennesima emergenza rifiuti: la Capitale chiede aiuto a Napoli – www.meteoweek.com – Credit: Pixabay

Roma chiama, Napoli risponde. La Capitale rischia di sprofondare in una nuova emergenza rifiuti – l’ennesima – se non riuscisse a conferire parte della sua mondezza nella città partenopeo. Per questo la società provinciale per la gestione dei rifiuti della Città metropolitana di Napoli (Sapna) ha ricevuto una richiesta da parte della Regione Lazio e di Ama Roma per il conferimento di circa 100 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno, a causa della delicata situazione che vive la città di Roma dopo la chiusura di un impianto nel Frusinate. La richiesta, pervenuta all’agenzia di stampa ANSA, è datata al 2 aprile. Una settimana fa. Al momento, pare, sono ancora in corso le valutazioni del caso da parte di Sapna.

Le parole del sindaco di Napoli

Nel frattempo a confermare la notizia ci ha pensato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che ha detto: “Questa è la dimostrazione di quanto Napoli ha bene operato in questi anni. Noi siamo disponibili, ovviamente se ci sono le condizioni tecniche, ad aiutare, ma bisogna valutare prima che non ci siano ricadute su Napoli e sui 91 comuni della Città Metropolitana. A breve ci auguriamo che possano riaprire gli esercizi commerciali, di qui a qualche settimana potrebbero tornare i turisti e i rifiuti aumentano, non vorrei che poi si andasse in difficoltà“. Ha aggiunto infine con una nota polemica il primo cittadino napoletano: “Si sta facendo un approfondimento tecnico. Roma chiama, Napoli non abbassa la cornetta, come hanno fatto altri che ci hanno chiuso le porte in faccia nel passato, quando avevamo bisogno“.

L’emergenza rifiuti a Roma: cosa sta succedendo?

L’ultima emergenza rifiuti della Capitale nasce da una lettera inviata dall’azienda E.Giovi al prefetto di Roma Matteo Piantedosi. L’azienda gestisce i due impianti di trattamento meccanico e biologico (Tmb) di Malagrotta e tratta 1500 tonnellate di rifiuti romani al giorno. Strutture private, di proprietà di Cerroni, che al momento risultano indispensabili per il trattamento dei rifiuti della Capitale, essendo le uniche. Nella lettera sono illustrati i problemi che potrebbero portare E.Giovi a fermare i suoi impianti.

Ama non paga

Il primo è che, si legge nella missiva, “l’Ama, il Comune di Fiumicino, il Comune di Ciampino ed il Vaticano non solo non corrispondono le somme dovute in seguito all’adeguamento tariffario deliberato dalla Regione Lazio ma non pagano nemmeno le fatture del servizio corrente alle scadenze pattuite. Il mancato pagamento di quanto dovuto sta mettendo in seria difficolta’ la societa’ E. Giovi srl e di conseguenza il normale espletamento del servizio sotteso”.

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Le conseguenze della chiusura di Roccacencia

Il secondo è l’aumento dei costi del trattamento dei rifiuti, causato dalla chiusura dell’impianto di Roccacencia. “Nel quadro prospettato di smaltimento fuori regione occorre considerare l’aggravio dei costi rispetto a quelli normali sostenuti presso la discarica di arrocca secca pari a 95 euro/T che in questo momento aggraverebbero ancora di più la situazione finanziaria dell’impresa”, ha scritto E.Giovi al Prefetto.

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Il combustibile da bruciare

Il terzo e ultimo è la mancanza di Css, il combustibile solido secondario che viene bruciato negli inceneritori. È spiegato nella lettera: “La situazione legata al conferimento del Css risulta critica in quanto, per la carenza di container a livello globale, questa settimana non abbiamo avuto viaggi per il Portogallo e lo stesso si prospetta per la prossima settimana; attualmente lo stoccaggio del Css è quasi pieno e la richiesta fatta ad Ama di avere qualche viaggio in più su S. Vittore non ha avuto riscontro”. A San Vittore, si trova l’unico termovalorizzatore del Lazio.

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