Coronavirus, l’Italia verso la riapertura: ma la maggioranza resta divisa

Mentre cala l’Rt nazionale, si ipotizza un piano per le riaperture a partire da maggio. Attesa per oggi la conferenza del Premier Mario Draghi; ma la maggioranza è ancora divisa.

L’Italia verso la riapertura. La data chiave è il 3 maggio, mentre la parola chiave è “gradualità”. Aprire, cioè, in modo cauto e ancora differenziato per permettere un avvio della ripresa dell’economia e delle attività in Italia. Riaprire quasi tutto, anche in zona rossa, pare al momento improbabile anche se è proprio questo che hanno richiesto le Regioni che da giorni insistono per un via libera quasi totale. Tuttavia, in giornata il Comitato tecnico scientifico dovrebbe definire un piano per le ripartenze a cominciare dalla fine di aprile. Sarà poi il governo a fissare i dettagli nel nuovo decreto, che seguirà quello in scadenza a fine aprile e che arriverà probabilmente la prossima settimana. Per oggi alle 15.00 è invece attesa una conferenza stampa del Premier, probabilmente per un punto sulla situazione aperture, contagio e vaccini. 

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Le decisioni saranno comunque prese sulla base dei dati del monitoraggio di venerdì prossimo. Quello di oggi prevede un ritorno della Puglia e della Campania in arancione, mentre Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta vedono il rosso. Probabilmente, ci saranno nuovi parametri per valutare la zona gialla – che potrebbe tornare da maggio come ad esempio sul numero di tamponi e di vaccini somministrati agli anziani. E infatti si prevede che, subito dopo la Festa dei lavoratori, che vedrà l’Italia di nuovo tutta rossa, potrebbe scattare il ritorno delle zone gialle, congelato dal precedente decreto. Quindi, ad inizio maggio, si procederà con le riaperture, in particolar modo nelle zone con meno contagi e più anziani vaccinati. Ma andiamo con ordine.

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Scuole e spostamenti

Priorità alle scuole. Dal 3 maggio, potrebbe esserci un ritorno degli studenti delle scuole superiori in classe al 100%, almeno nelle regioni in cui la situazione epidemiologica è sotto controllo. Per quanto riguarda gli spostamenti, potrebbe essere permessa la mobilità interregionale tra territori gialli, mentre dovrebbe essere confermata la possibilità di raggiungere le seconde case, anche in zona arancione e rossa.

Ristoranti e bar

Quanto ai ristoranti, starebbe sfumando l’ipotesi di una riapertura anticipata il 26 aprile; il servizio al tavolo nei locali che hanno spazi all’aperto potrebbe essere prevista per il 3 maggio e solo a pranzo, rispettando due i metri di distanza interpersonale all’interno del locale e un metro da mantenere all’esterno. Restano in vigore le regole che prevedono prenotazione obbligatoria, misurazione della temperatura e menù plastificato o digitale. Dalle 18 dovrebbe essere consentito solo il domicilio e l’asporto. Quanto ai bar, l’orario di apertura potrebbe essere ridotto alle 16 e tra le regole potrebbe essere inserito il divieto di asporto e l’obbligo di servire i clienti soltanto al tavolo. Sia per i bar che per i ristoranti varrebbe il tetto massimo di quattro clienti non conviventi per tavolo.

Palestre, piscine e altre misure

Dubbi sulla riapertura di palestre e piscine, che potrebbe avvenire solo in zona gialla e attraverso lezioni individuali con almeno due metri di distanziamento. Anche l’accesso alle palestre dovrà avvenire previa prenotazione, per permettere alle strutture di contingentare gli ingressi. Per le piscine, dovrebbero essere previsti dieci metri quadri per ogni persona in acqua. Dal primo maggio, nelle regioni in fascia gialla, aperti musei, teatri e cinema. Inoltre, si starevve valutando la riapertura anticipata di parrucchieri e centri estetici, in zona rossa, già dal prossimo 26 aprile. Ma sull’ipotesi, lanciata dalla ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini, pesa la posizione dei rigoristi.

Scontro nella maggioranza

E infatti, le spinte che agitano il governo sono diverse anche se, questa volta, lo scontro è sulle tempistiche. Forza Italia e Lega vogliono riaprire già il 26 aprile, ma Enrico Letta frena. Sulla linea delle riaperture anche Vito Crimi e Roberto Speranza, che spinge per riaprire. Da gestire anche la pressione dei governatori. Massimiliano Fedriga, ad esempio, spinge per riaprire attraverso un rigido sistema di distanze interpersonali e incentivando le attività all’aperto. Alcuni governatori spingono inoltre per far ripartire al più presto la mobilità tra le regioni. Sta di fatto che Mario Draghi ha intenzione di seguire la linea aperturista, forse percependo ormai la stanchezza evidente degli italiani e degli esercenti. Si attende la conferenza di questo pomeriggio per fare chiarezza.

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