Iss: pressione terapie intensive elevata, ma primi segni di calo

La pressione sulle terapie intensive a causa dell’emergenza Covid-19 continua ad essere elevata, ma si iniziano a registrare i primi segnali di lieve calo. In quattordici Regioni il tasso di occupazione è al di sopra della soglia critica. Lo ha comunicato l’Iss all’interno del consueto monitoraggio.

iss terapie intensive
I reparti di terapia intensiva sono ancora in allerta in Italia – meteoweek.com

La pressione sugli ospedali a causa della pandemia di Covid-19 in corso resta alta. In Italia sono ben quattordici le Regioni con un tasso di occupazione delle terapie intensive e degli altri reparti ospedalieri al di sopra della soglia di allerta. Quest’ultima è fissata al 30% nel primo caso e al 40% nel secondo. Quest’oggi, per la prima settimana dopo un lungo periodo, è stata registrata tuttavia una lieve diminuzione nei numeri. Ancora è presto per parlare di calo, ma si preannunciano lenti miglioramenti. Lo hanno evidenziato i dati del monitoraggio settimanale effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e dal Ministero della Salute.

I dati nella bozza dell’Iss

La bozza del monitoraggio dell’Iss relativo all’ultima settimana registra i seguenti dati. Il tasso di occupazione delle terapie intensive, a livello nazionale, si attesta al 39% (ancora dunque ben più alto rispetto alla soglia). Il numero di persone ricoverate in condizioni di questo genere, tuttavia, è in calo: da 3.743 (06/04/2021) a 3.526 (13/04/2021). La media nazionale di occupazione degli altri reparti ospedalieri in Italia è pari al 41%, dunque di poco sopra la soglia critica. Anche in questo caso i numeri sono in diminuzione, in modo lievemente più netto: da 29.337 (06/04/2021) a 26.952 (13/04/2021).

I reparti di terapia intensiva sono ancora in allerta in Italia – meteoweek.com

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Ad osservare i dati relativi a ieri, giunti attraverso il bollettino nazionale, inoltre, è possibile essere ancora più ottimisti. L’occupazione dei posti letto (medicina generale, malattie infettive e pneumologia) infatti è scesa al 39%. Un dato simile non si registrava da un mese. Mentre per le terapie intensive i numeri sarebbero ancora preoccupanti, con un tasso a livello nazionale del 37%. Ben quattordici regioni (la scorsa settimana erano quindici) sono ancora oltre ai limiti. Le situazioni più gravi sono quelle della Lombardia e del Piemonte. La panoramica aggiornata sulla situazione epidemiologica in Italia, da cui dipenderanno le tanto attese riaperture in base alle nuove suddivisioni per colori delle Regioni, terrà conto tra i fattori di maggiore rilievo anche del tasso di occupazione degli ospedali.

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Le Regioni nel dettaglio

Andando più nel dettaglio, si può osservare che sono 6 le regioni con più del 40% dei posti letto di area non critica occupati: Calabria (49%), Lazio (46%), Lombardia (42%), Marche (46%), Piemonte (57%) e Puglia (50%). Sono invece 13 le regioni con le terapie intensive occupate da malati di Covid con valori sopra soglia. Si tratta di Calabria (32%), Emilia Romagna (41%), Friuli Venezia Giulia (37%), Lazio (41%), Liguria (37%), Lombardia (52%), Marche (45%), Molise (41%), Provincia autonoma di Trento (38%), Piemonte (50%), Puglia (47%), Toscana (45%) e Val d’Aosta (40%).

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