Alberto Genovese, gip respinge richiesta di sequestro preventivo per 4,3 milioni

Il gip del caso Alberto Genovese ha rigettato la richiesta del pm di sequestro preventivo di oltre 4 milioni di euro. La Procura a gennaio aveva infatti avviato delle indagini sull’imprenditore, in carcere con l’accusa di violenza sessuale, in merito ad episodi di presunta evasione fiscale e, in particolare, ad alcune movimentazioni finanziarie.

Alberto genovese
Alberto Genovese, arrestato a dicembre scorso lo stupro di Terrazza Sentimento – meteoweek.com

Alberto Genovese è in carcere da novembre scorso per la violenza sessuale avvenuta ai danni di una giovane modella a Terrazza Sentimento, appartamento nel cuore di Milano dove l’imprenditore organizzava party con alcol e droga. Fino ad oggi il mago delle start-up ha negato ogni accusa, sostenendo che le vittime – sarebbero state, infatti, nel tempo, più di una – fossero consenzienti. I video registrati dalle telecamere, tuttavia, mostrano un’altra versione dei fatti, con la ragazza a tratti priva di sensi. Da gennaio, ad ogni modo, ad ogni modo, il quarantatreenne ha dovuto difendersi a margine di una ulteriore indagine. La Procura ha infatti avviato alcuni accertamenti fiscali sulle movimentazioni finanziarie del fondatore di Facile.it (le quote sono state vendute e ad oggi non ha più nulla a che vedere con l’azienda di comparazione nel campo delle assicurazioni). Era stato dunque richiesto il sequestro preventivo di 4,3 milioni di euro per episodi di presunta evasione fiscale avvenuti tra il 2018 e il 2019. Il giudice per le indagini preliminari, tuttavia, poche ore fa ha rigettato la domanda.

Alberto Genovese e le presunte evasioni fiscali

Il filone relativo alle presunte evasioni fiscali da parte di Alberto Genovese era stato aperto a gennaio scorso all’interno dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini, per il caso di violenza sessuale a Terrazza Sentimento. L’imprenditore era stato iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di trasferimento fraudolento di valori, ovvero la cosiddetta intestazione fittizia di beni. Da un lato, sotto la lente di ingrandimento di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate, la presunta evasione sulla liquidazione di alcune partecipazioni in Facile.it attraverso altre due società di sua proprietà (“schermate” all’estero), su cui era confluite le partecipazioni stesse. Dall’altro lato alcune dichiarazioni di redditi da lavoro registrate come redditi di capitale.

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Il giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna ad ogni modo ha bocciato la richiesta di sequestro preventivo di 4,3 milioni di euro ai danni di Alberto Genovese. Le ipotesi d’accusa non sono dunque state accolte. La Procura adesso potrà presentare ricorso in Riesame. In passato, tra l’altro, il nome dell’imprenditore milanese era emerso in un’informativa della Guardia di Finanza basata su una “segnalazione di operazione sospetta” sul caso Lombardia Film Commission. Essa riguardava un aumento di capitale di Prima Assicurazione, società fondata nel 2015 dal mago delle start-up.

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