Il coprifuoco è utile per la riduzione dei contagi? Cosa dicono gli scienziati

Il coprifuoco serve per ridurre il diffondersi del Covid ma da solo pare non funzioni. Il parere dell’immunologa Viola

coprifuoco-Meteoweek.com

La decisione del governo Draghi di far restare il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino ha creato parecchio malcontento non solo tra i cittadini ma anche tra i ristoratori che speravano di poter restare aperti anche di sera. Erano in molti ad aver chiesto di allungare il coprifuoco di almeno un’ora chiudendo per le 23, visto che comunque le cene saranno possibili solo all’aperto, dove è meno possibile contagiarsi se si mantengono le distanze.

In una nota, il Cts ha comunicato che «alla luce della situazione epidemiologica attuale, il Cts in una strategia di mitigazione del rischio di ripresa della curva epidemica, ritiene opportuno che venga privilegiata una gradualità e progressività di allentamento delle misure di contenimento, ivi compreso l’orario d’inizio delle restrizioni di movimento». Secondo l’immunologo Abrignani, «a livello nazionale dare un’ora in più a milioni di persone per interagire vuol dire dare milioni di chance in più al virus di circolare».

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L’immunologa Antonella Viola, ha invece commentato così la decisione del Cts:«La chiusura alle 22, a fronte di un beneficio del tutto discutibile per i contagi, crea un danno enorme ai ristoratori. Chi sta pensando o si è organizzato con strutture all’aperto ha bisogno di fare due turni. Inoltre i ragazzi per eludere il problema dormiranno tutti insieme, con feste illegali notturne e questo è molto peggio». In un post su Facebook scrive ancora che «spostare il coprifuoco di 1 ora, alle 23, permetterebbe ai ristoratori di affrontare con maggiore fiducia la ripartenza. Così come aiuterebbe il mondo dello spettacolo, duramente colpito dalle restrizioni. E non cambierebbe invece nulla dal punto di vista dei contagi, a patto che continuino i controlli. Sono piccoli passi che vanno incontro alle esigenze di tante persone e che farebbero la differenza».

L’efficacia del coprifuoco, da un punto di vista prettamente scientifico, serve a ridurre la mobilità sociale e quindi a far diminuire la diffusione del virus. Solo che questa misura, da sola, non sembra dare grandi risultati. Nonostante questo i governi hanno imposto il lockdown notturno, perché far restare a casa la gente dopo una certa ora aiuterebbe a rallentare la diffusine del Covid. Tuttavia, concordano diversi ricercatori, non è semplice capire quanto sia efficace il solo coprifuoco dato che altre misure per contrastare il virus vengono usate contemporaneamente quali mascherine, lavaggio delle mani e distanziamento.

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Dopo alcuni studi, i ricercatori sono giunti alla conclusione che coprifuoco e lockdown hanno avuto un effetto paradossale, ossia che le restrizioni hanno sì fatto diminuire i contagi all’interno della comunità ma hanno fatto crescere il pericolo di infettarsi nelle famiglie.

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Secondo un recente studio francese, pubblicato su Eurosurveillance, il coprifuoco, con le altre restrizioni, ha fatto abbassare l’indice di riproduzione dei ceppi storici di Covid al di sotto di 1, ma  è bastato per frenare il diffondersi della variante inglese. Ergo, secondo l’analisi, il coprifuoco in effetti può ridurre il numero di contagi e ospedalizzazioni ma da solo non aiuta a evitare una nuova ondata.

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