Scontro su Ddl Zan e nota del Vaticano: Draghi alla Camera

Si accendono i riflettori in Parlamento per l’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi a proposito della nota Vaticana sul Ddl Zan, nota che “auspica che la parte italiana possa tenere in debita considerazione le argomentazioni e trovare così una diversa modulazione del testo continuando a garantire il rispetto dei Patti lateranensi”. La nota ha fatto molto discutere e ora Draghi dovrà riuscire a mediare tra forze politiche che accusano la Chiesa di ingerenza e uno Stato, quello della Chiesa, con il quale l’Italia dovrebbe continuare ad avere rapporti diplomatici distesi. 

mario draghi
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La proposta di legge soprannominata Ddl Zan non trova pace: dopo esser stata approvata alla Camera e bloccata in Commissione giustizia al Senato, attende ancora di esser votata all’interno dell’Aula ma a questo punto potrebbe incontrare un ulteriore ostacolo. La segreteria di Stato vaticana “auspica che la parte italiana possa tenere in debita considerazione le argomentazioni e trovare così una diversa modulazione del testo continuando a garantire il rispetto dei Patti lateranensi”. E’ quanto si legge nel passaggio chiave della nota verbale consegnata dal cardinale Paul Richard Gallagher il 17 giugno e subito tramessa dall’ambasciatore italiano presso la Santa Sede Pietro Sebastiani al ministero degli Esteri, a palazzo Chigi e al Quirinale, ora riportata dal Corriere.

Una moral suasion sul Ddl Zan sulla quale Draghi si era già espresso nella giornata di ieri, affermando: “Ne parlerò domani in Parlamento, è una domanda importante. Per questo oggi si attende che il premier dica qualcosa in più su come intende mediare istanze così diverse e soprattutto su come intende gestire una richiesta proveniente da uno Stato diverso da quello italiano. Probabilmente, però, Draghi anche oggi affronterà la questione con i piedi di piombo, cercando di mediare il più possibile tra le forze politiche interessate. Intanto sulla questione diritti civili si sarebbe espressa anche la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, affermando: “I trattati europei sono molto chiari nell’articolo 2, di proteggere la diversità e la dignità di ogni singolo essere umano e di proteggere la libertà di parola insieme ad altri valori. Trovare l’equilibrio è compito dell’Unione europea“.

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Ma cosa chiede la Chiesa?

ddl zan vaticano
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La comunicazione raggiunge i vertici italiani per via diplomatica, ma appare molto probabile che, prima di questa nota verbale proveniente dal Vaticano, lo Stato e la Chiesa avessero già iniziato un’interlocuzione in merito. Un’interlocuzione che non sarebbe piaciuta al Vaticano: la Santa Sede, stando a diverse fonti di governo riportate dal Corriere, avrebbe formalizzato una posizione così netta proprio in virtù di qualche avvisaglia precedente. Per questo il tema viene valutato con estrema attenzione. Ma cosa ha scatenato la moral suasion della Santa Sede? “Alcuni contenuti della proposta legislativa avrebbero l’effetto di incidere negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa e ai suoi fedeli.

Più in particolare, la Chiesa attacca la mancata esenzione delle scuole cattoliche dalle attività previste nella Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia. In particolare ad essere stigmatizzato è il riferimento alla criminalizzazione delle condotte discriminatorie per motivi fondati sul sesso. “Ci sono espressioni della sacra scrittura e della tradizione ecclesiale del magistero autentico del Papa e dei vescovi, che considerano la differenza sessuale secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa rivelazione divina”, riporta ancora il Corriere citando la nota verbale.

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Draghi e le forze che si scontrano sul Ddl Zan

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La matassa, giunti a questo punto, è abbastanza intricata: il presidente del Consiglio dei ministri dovrebbe pronunciarsi su una procedura Parlamentare senza intaccare l’indipendenza delle Aule, per garantire i buoni rapporti diplomatici con la Santa Sede mentre parte d’Italia e dell’Ue chiedono l’approvazione di norme che proteggano la libertà. Su una questione di questa portata, ovviamente, si sono già espressi in tanti. A partire dal presidente della Camera Roberto Fico che, con forza, ha ribadito l’esigenza di evitare ogni tipo di ingerenza da parte del Vaticano: “Il Parlamento è sovrano, i parlamentari decidono in modo indipendente – ha detto l’esponente M5s ad Agorà -. Il ddl Zan è già passato alla Camera, ora è al Senato, sta facendo il suo iter e noi non accettiamo ingerenze. Il Parlamento è sovrano e tale rimane”.

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Che il dibattito abbia inizio

Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari riportate dall’Agi, i capigruppo di Pd, M5s e Leu al Senato informalmente hanno incontrato il presidente di palazzo Madama, Elisabetta Casellati. La richiesta è chiara: si chiede la convocazione nel più breve tempo possibile di una conferenza di capigruppo che discuta del calendario e su quando arriverà in Aula il testo Zan. Dall’altro lato, la Lega chiede la convocazione di un tavolo politico: Salvini chiede di incontrare Letta, aprendo a un confronto (“Se c’è la volontà di ragionare insieme su un testo che non cancelli la libertà di opinione, ma che tuteli da aggressioni e discriminazioni, noi siamo assolutamente d’accordo”). L’apertura, a questo punto, arriverebbe anche dal Pd, i cui esponenti ribadiscono: ciò che ci interessa al momento sono tempi certi per l’approvazione. In merito ai contenuti, i dem sono aperti anche a parlarne, ma senza allungare in maniera pretestuosa l’iter. Intanto, l’autore della proposta Alessandro Zan specifica, in merito alle obiezioni sollevate dalla Chiesa: “Nessuna limitazione, neanche sulla libertà religiosa. E rispetta l’autonomia di tutte le scuole”.

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