Vaia sulla ripartenza della scuola: “Vaccini, distanziamento e trasporti adeguati”

L’estate è iniziata da pochi giorni, ma gli esperti stanno già mettendo al vaglio le modalità di rientro a scuola. Le lezioni in presenza, nell’anno precedente, sono state infatti ostacolate per un lungo periodo dalla diffusione del Covid-19. Il timore è che a settembre il virus possa nuovamente creare difficoltà. Francesco Vaia, direttore dell’istituto Spallanzani, ha dettato le linee guida per un ritorno sui banchi in sicurezza. 

vaia
Francesco Vaia, direttore dell’Istituto di Malattie infettive Spallanzani – meteoweek.com

Le date del prossimo anno scolastico sono state rese note in gran parte delle regioni d’Italia, ma le modalità di ritorno sui banchi sono ancora al vaglio del Governo del Premier Mario Draghi. La volontà è quella di tornare alla normalità, con le lezioni in presenza, ma al momento i giovani non hanno alcuna certezza. La decisione, infatti, dipenderà dall’andamento della curva epidemiologica del Covid-19 a settembre, nonché della diffusione della variante Delta, che ad oggi sembrerebbe essere quella più pericolosa. La campagna di vaccinazione contro il virus, in tal senso, lascerebbe scoperti i più piccoli. Affinché si possa rientrare negli istituti in sicurezza, dunque, probabilmente saranno ancora necessarie delle misure di precauzione. A parlarne, in un’intervista a La Repubblica, è stato Francesco Vaia, direttore dell’Istituto di Malattie infettive Spallanzani di Roma.

Vaia sul rientro a scuola

Sono preoccupato, siamo a luglio, e ancora non ho sentito nessuna proposta per riaprire la scuola in sicurezza”. Francesco Vaia esordisce con queste parole in merito alla possibilità di tornare sui banchi a settembre. La didattica a distanza, nei mesi scorsi, ha dato una mano a studenti ed insegnanti, ma adesso l’obiettivo è quello di tornare in presenza. Affinché ciò sia possibile, tuttavia, sarà necessario mettere in pratica alcuni accorgimenti. “Noi lo diciamo da mesi, bisogna aumentare gli spazi, per farlo bisogna aprire i plessi anche all’esterno, in altri luoghi. Il distanziamento deve essere una cosa naturale. Oggi in media ci sono 25-30 studenti in una classe, per dimezzare il numero servono più aule. Abbiamo spazi di socialità dove il contagio corre, e questi sono i trasporti che a loro volta fanno entrare il virus nelle scuole, che rischiano di essere insicure se non ci mettiamo mano”.

La campagna di vaccinazione ha dato un importante contributo alla causa, ma non può essere una soluzione. “Anche se tutti i ragazzi venissero vaccinati, rimangono scoperti comunque quelli sotto ai 12 anni. Preferirei dare a tutti il distanziamento naturale, scuole migliori e trasporti più adeguati. Mentre offriamo strumenti di difesa passiva, ossia i vaccini, è necessaria anche la difesa attiva della società”. In tal senso, un occhio verso le attività extra-scolastiche sarà indispensabile. “ Gli assembramenti in stadi, piazze, locali sono atteggiamenti irresponsabili. Il binomio deve essere serenità e rigore. Non solo gli stadi, anche le discoteche all’aperto e qualsiasi luogo di socialità per me deve diventare una bolla negativa, con vaccino doppia dose oppure tampone”.

scuola vaia
Il distanziamento sociale potrebbe essere confermato al rientro a scuola – meteoweek.com

LEGGI ANCHE -> Usa, 150 morti per armi da fuoco nel weekend dell’Independence Day

La situazione nel Lazio

Il direttore dell’Istituto di Malattie infettive Spallanzani di Roma, inoltre, si è espresso in merito all’andamento della campagna di vaccinazione nel Lazio. La Regione ha proposto, infatti, il richiamo anticipato con AstraZeneca a coloro che, tra gli under 60, hanno scelto di non sottoporsi alla vaccinazione eterologa. “Non credo sia una forma di condizionamento, ma un’ulteriore possibilità che viene offerta al cittadino. Nulla fuori dalle indicazioni degli organi regolatori. Se il Lazio è la regione più performante per quanto riguarda le vaccinazioni, lo deve anche all’attività intensa che porta avanti, facendo tante iniziative”, ha sottolineato Francesco Vaia. “La decisione riguarda le persone al di sotto dei 60 anni che hanno deciso spontaneamente di sottoporsi alla seconda dose di tale vaccino, rifiutando l’eterologa. Il diritto dei cittadini che rifiutano il mix va garantito”.

LEGGI ANCHE -> Russia, ritrovati in mare i resti del velivolo scomparso. A bordo 28 persone

E sulle tempistiche: “L’anticipo del richiamo da 12 a 8 settimane è mirato a completare nel minor tempo possibile il ciclo vaccinale completo, che è l’unica opzione efficace per contrastare la circolazione della variante Delta, ed è un principio valido per tutti i vaccini”. L’obiettivo, infatti, è evitare la diffusione delle mutazioni. “Le varianti sono una sfida per vincerla bisogna correre e completare il ciclo vaccinale. Lo sottolinea uno studio inglese, la sola prima dose protegge al 33% contro la Delta, mentre sale al 79% dopo doppia dose, e parlo di AstraZeneca. Al contrario di quanto dicono alcuni miei colleghi, la vaccinazione protegge dal contagio al 92,3% e al 100% dalla malattia grave. Sono dimostrazioni empiriche che abbiamo grazie allo studio Seresmi sull’incidenza di Delta, solo il 5,7% era vaccinato con seconda dose, e queste persone hanno avuto nulla o scarsissima sintomatologia e non hanno contagiato nessuno”, ha concluso.

Impostazioni privacy