Tante riforme in parlamento. La tensione politica complica le discussioni

Tanti provvedimenti in dirittura d’arrivo e l’iter parlamentare si ingolfa. Welfare, fisco e concorrenza contengono nodi molto spinosi da risolvere ed il Parlamento ha bisogno dei suoi tempi.

Tante riforme in Parlamento
Tante riforme in Parlamento (unsplash)

In particolare nel grosso calderone della riforma della concorrenza vi sono istanze pressanti da parte dell’Unione Europea ed anche la questione del canone RAI che esce dalla bolletta dell’energia. Anche i provvedimenti sulla pubblica amministrazione e quello sulle semplificazioni sono in dirittura d’arrivo.

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Si allungano i tempi per tre provvedimenti strategici di cui il governo Draghi ha bisogno al fine dell’attuazione del Recovery Plan. In particolare quello degli ammortizzatori sociali richiede tempi lunghi.

Il decreto sulle semplificazioni, quello forse più celere di tutto il gruppo, è stato già approvato alla camera ed entro il 30 luglio dovrebbe essere approvato al Senato sicuramente con fiducia. Per quanto riguarda quello sulla pubblica amministrazione, la deadline è per il 9 agosto.

In tutto questo super lavoro per le aule parlamentari c’è il rischio che le date non si riescano a rispettare. In particolare il Sostegni bis e la sua dote di 40 miliardi di aiuti ha surriscaldato il clima parlamentare e sono 80 i provvedimenti attuativi ancora da prendere. La variante Delta getta un’ombra sui lavori del Parlamento perché rende molto arbitrarie ed in certi casi addirittura inutili le previsioni sulle quali si basano i vari provvedimenti.

I nodi politici

Tante riforme in Parlamento
Tante riforme in Parlamento impongono slittamenti (Unsplash)

Due grossi nodi sono rappresentati da Green pass ed apertura delle scuole. Si tratta di due temi caldi per le loro ripercussioni sull’economia e sulla società, ma anche perché hanno catalizzato notevoli tensioni dal punto di vista politico.

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E’ Giancarlo Giorgetti il regista del provvedimento sulla concorrenza che appare particolarmente tribolato. Ciò non sorprende: gli interessi in gioco coinvolti in questo provvedimento sono enormi e riguardano comparti produttivi strategici e conseguentemente i tempi si allungano. Da giugno il provvedimento ormai è realisticamente slittato fino all’autunno.

Anche la riforma fiscale ormai è attesa per agosto, se non per settembre. Provvedimenti estemporanei dettati dalle urgenze della pandemia e alle volte anche da questioni politiche di bandiera, hanno reso il nodo della riforma fiscale corposo e complesso.

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