Francesco Pantaleo, mistero sulla sua morte: la bugia sulla data della laurea detta ai genitori

È giallo sul decesso dello studente Francesco Pantaleo, ritrovato morto carbonizzato e privo di identità

Francesco Pantaleo-Meteoweek.com

È giallo sul decesso di Francesco Pantaleo, studente universitario 27enne di Marsala trovato carbonizzato lo scorso 25 luglio a San Giuliano Terme (Pisa). Purtroppo, tramite la comparazione del Dna dei campioni biologici, ieri hanno dato conferma del suo decesso. La tac, effettuata nei giorni scorsi non avrebbe mostrato ferite precedenti alle fiamme, ma ora si attende il risultato dell’autopsia.

Francesco era sparito il 24 luglio da Pisa, in modo improvviso: non aveva più contattato i genitori, niente biglietti o messaggi attraverso i social. Nella sua camera aveva lasciato portafogli, telefono, pc e occhiali. Il padre, trascorsi 2 giorni, aveva fatto un appello su social per ritrovarlo.

«Indaghiamo sia sull’ipotesi dell’omicidio che sul suicidio», afferma Giovanni Mennella, comandante Reparto operativo carabinieri Pisa, intervistato da Il Corriere della Sera. «L’unica cosa certa sino ad oggi è che non abbiamo elementi per individuare eventuali responsabili. Non sono state trovate impronte, non ci sono indizi o testimonianze. Non ci sono auto o scooter abbandonati ma neppure contenitori di benzina. Solo l’esame autoptico ci potrà dare qualche verità».

Francesco si sarebbe dovuto laureare a breve, e da quanto hanno raccontato amici e familiari, il 27enne non sembrava avere problemi. Era uno studente di ingegneria informatica da 4 anni, e abitava in una casa a nord di Pisa.

La bugia sulla laurea

C’è però un giallo sulla data della laurea, perché Francesco aveva raccontato ai suoi che avrebbe dovuto laurearsi il 27 luglio. Ma nell’appello di laurea il suo nome non c’era. Il ragazzo avrebbe poi cercato di cancellare il sistema di geolocalizzazione del telefonino, come si nota da una mail.

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Lunedì scorso, la procura di Pisa, come indicato dal medico legale che aveva eseguito un esame esterno del corpo, aveva ipotizzato che i resti carbonizzati rinvenuti nella campagna di San Giuliano Terme, potessero essere dello studente universitario di Marsala, scomparso da Pisa il 24 luglio. Francesco Pantaleo aveva 27 anni.

È quanto ha raccontato il procuratore Alessandro Crini, spiegando che «l’altezza del cadavere, intorno al metro 1,80 e la pelle dello stesso, in vita di colore chiaro» hanno convinto gli inquirenti a chiedere i campioni biologici dei familiari del giovane per eseguire una comparazione genetica, «in particolare con il Dna materno».

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«Il 28 luglio  veniva affidato l’incarico al perito genetista che, con lodevole tempestività, forniva risposta, nei termini già noti, nelle 48 ore successive». Il procuratore smentisce anche «che, nel breve lasso di tempo in cui si è sviluppata l’attività di indagine sopra descritta nessun’altra alternativa è stata concretamente sperimentata».

«In particolare, la scomparsa di un soggetto di nazionalità tunisina denunciata dai parenti dello stesso, a Lucca, lo scorso 9 luglio, si è rivelata priva di interesse investigativo, tra l’altro, per la mancata corrispondenza, nell’altezza, tra lo straniero e il cadavere rintracciato a San Giuliano Terme», ha chiosato.

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