L’Ungheria vuole uscire dall’Europa. Lo fa intendere un suo ministro

Mihaly Varga ha detto in una intervista che in un eventuale referendum sull’uscita dall’Ue voterebbe sì. E la motivazione non è solo economica

Mihaly Varga, ministro delle Finanze dell’Ungheria

Un futuro fuori dall’Unione per l’Ungheria? Mihaly Varga, ministro delle Finanze del Paese, ha detto in una intervista pubblicata da Atv.hu, ha detto che la sua nazione potrebbe lasciare l’Unione Europea quando diventerà un “contributore netto“, ovvero, secondo i suoi calcoli, “entro la fine del decennio“.

Varga ha affermato nel corso dell’intervista, che in un eventuale referendum su una Ungherexit lui voterebbe Sì: “Se ci fosse un quesito del genere ora, nel 2021, sarei tra coloro che votano sì. Ma entro la fine del decennio, quando calcoliamo che saremo già contributori netti dell’Ue, la questione potrebbe avere un’altra prospettiva. Specialmente se gli attacchi a Bruxelles continuano, a causa di scelte sui valori. Torniamoci sopra tra qualche anno“.

Questa sua uscita non avviene per caso. L’Ungheria ha presentato un piano di ripresa e di resilienza che non è stato ancora approvato dalla Commissione. Il piano del governo guidato da Orban, che avrebbe dovuto essere approvato entro il 12 luglio, verrà esaminato entro fine settembre: il problema, secondo quanto ha spiegato la Commissione, sono le insufficienti tutele della spesa prevista dalla corruzione, assai diffusa in Ungheria.

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La Commissione ha annunciato la decisione di prolungare l’esame del piano dopo l’approvazione da parte del Parlamento ungherese di leggi che inibiscono l’accesso ai minori a qualsiasi contenuto che faccia cenno a tematiche Lgbt. Contro questa legge, che Ursula von der Leyen ha definito una “vergogna“, la Commissione ha lanciato una procedura d’infrazione.

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Anche se formalmente il Pnrr e la legge sui contenuti Lgbt sono due tematiche separate e i portavoce della Commissione non si stancano di ripetere che trattasi di questioni indipendenti l’una dall’altra, di certo la mossa di Budapest non ha migliorato il clima a Bruxelles nei confronti del governo di Viktor Orban. Tanto più che la Commissione ha il fiato del Parlamento Europeo sul collo sulla questione della tutela del bilancio Ue dalle violazioni dello Stato di diritto: l’Aula ha già minacciato di trascinare l’esecutivo Ue in Corte di Giustizia, se non darà immediata attuazione al regolamento che tutela il bilancio comunitario dalle violazioni dello Stato di diritto.

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