Kabul, sventato dagli Usa un nuovo attacco kamikaze

Sventato a Kabul, capitale dell’Afghanistan, un nuovo attacco kamikaze: colpita con un drone un’auto piena di esplosivo o di aspiranti kamikaze

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E’ sempre alta la tensione a Kabul a poche ore dalla deadline del 31 agosto, scadenza entro la quale tutte le truppe statunitensi dovranno lasciare, dopo 20 anni di investimento economico e umano, il territorio afgano: con un drone gli Usa hanno colpito, sicuri che rappresentasse “una minaccia imminente“, un’auto piena di esplosivo, o di aspiranti kamikaze dell’Isis-K, diretta all’aeroporto di Kabul. Poco prima, sempre in prossimità dell’aeroporto, era stata avvertita una deflagrazione: un razzo finito contro una casa in un sobborgo che ha ucciso vari civili tra i quali tre bambini.

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Non è chiaro se vi sia un nesso tra i due episodi: i talebani hanno attribuito l’esplosione a un missile americano e, secondo il loro portavoce, Zabihullah Mujahid, stanno indagando se accertare se il veicolo, su cui viaggiavano tre persone, fosse effettivamente guidato da un kamikaze. Minaccia disinnescata,  invece,  per gli Usa dove, per la precisione, alla base aerea di Dover, in Delaware, feudo elettorale del Presidente Joe Biden, continua il mesto rientro delle bare, avvolte nelle bandiere a stelle e strisce, dei soldati rimasti uccisi nell’attentato di giovedì:  tredici soldati, tutti giovanissimi, che erano appena nati quando iniziò quella guerra dalla quale il Presidente si vuole defilare ad ogni costo.

Kabul, sventato dagli Usa un nuovo attacco kamikaze. I Talebani faranno partire tutti gli stranieri e gli afghani con il permesso

Nel frattempo, in attesa che entro domani gli Usa completino il ritiro, tutti gli altri Paesi hanno già lasciato l’Afghanistan, gli ultimi sono stati i britannici. All’aeroporto è praticamente sparita la folla che fino a giovedì scorso vi si accalcava anche perché i talebani hanno chiuso le strade di accesso. Tuttavia, i talebani si sarebbero impegnati a lasciar partire tutti gli stranieri e i cittadini afghani con il permesso anche dopo il ritiro delle truppe americane: è quanto reso noto da un gruppo di un centinaio di Paesi (tra i quali  l’Ue, ma non Russia e Cina) con una nota diramata a Washington.

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Intanto i talebani hanno cominciato imprimere una stretta ai diritti delle donne afghane: niente più classi miste all’università, niente più musica e voci femminili alle tv e radio di Kandahar dove ieri è arrivato il capo supremo del gruppo islamista, Hibatullah Akhundzada, mai mostratosi in pubblico e che ora sarebbe in procinto di farlo. Non solo divieti ma anche esecuzioni capitali: venerdì è stato ucciso nella valle di Andarabi un cantante folk tradizionale che da quella valle prendeva il nome, Fawad Andarabi. “Non aveva fatto nulla, un cantante che non faceva altro che intrattenere le persone: gli hanno sparato alla testa“, ha raccontato il figlio Jawad.

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