Green Pass, anche la Lega ritira gli emendamenti. Ma non finisce qui

Dopo diversi attimi di tensione e contrattazione, il governo ha raggiunto l’obiettivo: tutti i partiti della maggioranza, compresa la Lega, hanno ritirato gli emendamenti al Dl relativo al Green Pass, in aula alla Camera. A renderlo noto sono fonti parlamentari, che poi annunciano: il governo non porrà la fiducia. Ma Salvini avvisa: la Lega è pronta a votare gli emendamenti che ritiene opportuni (provenienti da FdI). Così prosegue il gioco della Lega, che alza i toni insieme all’opposizione di destra, per poi abbassarli l’attimo dopo. Ma quanto è sostenibile questa strategia?

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Alla fine, la trattativa è andata a buon fine: il governo aveva chiesto rassicurazioni alla Lega per evitare voltafaccia in Aula durante la conversione del decreto relativo al Green Pass. La trattativa è stata avviata proprio per evitare il ricorso alla fiducia, e ora la missione sembra compiuta: tutti i partiti di maggioranza, compresa la Lega, hanno ritirato gli emendamenti al Dl Green Pass alla Camera. A farlo presente sono le stesse fonti parlamentari che poi ribadiscono: a questo punto il governo non porrà la fiducia in Aula. Il voto finale successivo all’esame in Aula, tuttavia, potrebbe slittare a giovedì a causa del dossier Afghanistan. Ad accettare il ritiro degli emendamenti sarebbe stata, dunque, anche la Lega, che tuttavia non abbandona totalmente il suo progetto di impensierire l’esecutivo.

Come sempre, Matteo Salvini da un lato sottolinea il buon clima di collaborazione, dall’altro lancia ultimatum: “È un passo avanti : qualcuno voleva mettere la fiducia eliminando qualsiasi discussione in Parlamento e fortunatamente non è stato così. Noi abbiamo dimostrato buona volontà trasformando gli emendamenti in ordini del giorno. Ora è chiaro che se ci bocciano le proposte in Aula voteremo di conseguenza“. Poi il leader della Lega avvisa esplicitamente il governo: “Se ci sono emendamenti che noi condividiamo da chiunque arrivino noi li sosteniamo”. Ovviamente, quel “da chiunque arrivino” va tradotto con FdI, all’opposizione.

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Una Lega poco collaborativa?

Ed effettivamente i toni della Lega – o meglio, di Salvini – restano toni da opposizione, non tanto nei confronti del premier Draghi, quanto nei confronti di forze politiche appartenenti alla maggioranza e di singoli ministri. Dopo diverse stoccate lanciate alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, Salvini torna ad attaccare, e questa volta è il turno di Speranza: “Ribadiamo il no a qualsiasi tipo di obbligo visto che gli italiani, in quaranta milioni, hanno già scelto liberamente. Noi stiamo lavorando per garantire salute, lavoro e libertà senza parlare di chiusure e lockdown come fa il ministro Speranza gettando tutti nello sconforto”. Anche se poi Salvini ribadisce: “Non è mai stata in discussione la fiducia in Draghi e nel governo”. Certo, con ogni probabilità l’intento della Lega non è quello di incrinare l’intero esecutivo (cosa che invece piacerebbe a Giorgia Meloni), ma quello di perseguire un duplice obiettivo: inseguire gli argomenti di Fratelli d’Italia minacciando di bloccare l’operato dell’esecutivo (salvo poi fare un passo indietro una volta aperto il confronto), e corrodere la figura di alcuni ministri, magari sperando di strappare qualche posto in più.

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Il gioco di Salvini su Green Pass e non solo

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MeteoWeek.com (Photo by Emanuele Cremaschi/Getty Images)

A tutto questo si aggiunga una vicinanza politica, al di là delle parole di moderazione, che lega Salvini a Meloni, e che non è condivisa con il resto della maggioranza. In questo senso vanno visti i tentativi di opposizione interna della Lega, che vanno avanti ormai da un po’: nei giorni scorsi, durante i lavori in Commissione, deputati della Lega avevano votato contro il Green Pass insieme ai deputati di FdI. Erano circa 900 gli emendamenti firmati dalla Lega, che però non hanno intimorito l’agenda Draghi, pronto ad andare avanti. Di 900 emendamenti in un primo momento ne sono rimasti 50, che ora saranno trasformati in ordini del giorno. Eppure, il rischio per Salvini è evidente ed è sempre lo stesso: il resto della maggioranza procede compatto sui temi relativi alla gestione della pandemia e le uscite di Salvini mettono la Lega nella posizione di esser accerchiata politicamente, anche da Forza Italia. Una linea che inizia a piacere sempre meno anche all’interno del partito, dove il fronte governativo sottolinea sempre più le distanze con il “fronte propagandistico”. Non a caso il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti avrebbe sottolineato di recente: “Le condizioni di sicurezza esigono che chi frequenta i luoghi affollati dia garanzie di non contagiare. Il green pass va in questa direzione, ne prevedo quindi un’estensione“.

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