Denis Bergamini, l’ex fidanzata rinviata a giudizio. La svolta 32 anni dopo

Isabella Internò, l’ex fidanzata del calciatore del Cosenza Calcio, ha sempre raccontato che Denis si sarebbe suicidato. Versione che, però, non ha mai convinto i familiari e gli amici di Denis. 

Denis Bergamini – Meteoweek

A distanza di 32 anni dalla terribile e misteriosa morte di Denis Bergamini, avvenuta il 18 novembre del 1989, è arrivata la svolta. L’allora fidanzata del calciatore del Cosenza Calcio, Isabella Internò, è stata rinviata a giudizio. L’accusa è di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. La prossima udienza ci sarà il 25 ottobre.

La misteriosa morte

Donato Denis Bergamini è stato ritrovato privo di vita nel novembre del 1989 davanti ad un camion, sulla Statale 106, una delle strade più pericolose del nostro Paese. Suicidio. Questa la prima ipotesi a cui, però, la famiglia così come gli amici di Denis non hanno mai creduto. La prima autopsia, infatti, aveva già contraddetto la versione raccontata dall’allora 19enne Isabella Internò e dal camionista. Sul cadavere, infatti, vi era solo l’evidenza di uno «schiacciamento da sormontamento». Non vi erano, invece, i classici segni di trascinamento sotto un mezzo pesante, fratture o abrasioni. La riapertura del caso quattro anni fa e la riesumazione del cadavere hanno poi dato nuovamente ragione ai familiari della vittima. Dalla superperizia, infatti, è emerso un particolare importante: Denis Bergamini sarebbe «morto per soffocamento».

I documenti nascosti

Perché, però, si parla di morte misteriosa? Tanti sono gli elementi contraddittori così come sono diversi i documenti spariti o comunque «nascosti». Uno di questi è proprio il risultato della prima autopsia. A sparire è anche una nota di servizio fatta dai Carabinieri sulle auto che sono state fermate il 18 novembre 1898 sulla strada in cui è avvenuto l’incidente. E, allo stesso tempo, non si trova più la scatola contenente i vestiti che Denis Bergamini, che nel 1989 aveva 27 anni, indossava. Solo pochi mesi dopo, Roberto Ranzani, Direttore Sportivo del Cosenza Calcio, consegnò al padre di Bergamini le scarpe del figlio. Scarpe che gli furono recapitate dal factotum della squadra insieme ad un messaggio: a fine campionato, quella stessa persona avrebbe raccontato ai genitori tutto quello che sapeva sulla morte di Denis. Cosa che, però, non accadde mai perché i due factotum della squadra morirono in un incidente stradale a pochi metri dal luogo in cui fu trovato il calciatore del Cosenza, mentre tornavano in Calabria dopo l’ultima partita di campionato giocata a Trieste. Fu solo un caso?

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Le accuse

Isabella Internò ha, sin dal primo momento, raccontato la scena di un suicidio. Denis si sarebbe tolto la vita lanciandosi sotto un camion in corsa. Il suo corpo e le condizioni in cui fu ritrovato, però, raccontano un’altra storia: il suo corpo era pulito, non vi erano tracce di fango pur trattandosi di una sera piovosa, i suoi gioielli erano intatti, i gioielli e l’orologio senza un graffio. L’ipotesi dell’accusa è che l’ex fidanzata avrebbe voluto vendicare la volontà del 27enne di non proseguire la loro storia d’amore. Per questo motivo lo avrebbe narcotizzato, soffocato e con l’aiuto di soggetti non ancora identificati, avrebbe messo inscenato il suicidio.

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La posizione della famiglia Bergamini

Donato “Denis” Bergamini – Meteoweek

La famiglia di Denis Bergamini non ha mai smesso di lottare per arrivare alla verità. In prima linea, oggi, c’è Donata Bergamini, sua sorella. Fabio Anselmo, l’avvocato, spiega: «Dopo decenni di battaglie cercando la verità e giustizia per la morte del fratello, Donata non ce l’ha fatta più, stroncata dalla fatica». Donata, infatti, non era presente all’udienza preliminare tenutasi ieri. «È mancata all’appuntamento che tanto ha aspettato – aggiunge – e desiderato con tutte le sue forze, fino ad esaurirle. Donata Bergamini è la vera vittima di tutto ciò. Non vedo l’ora di ritrovarla accanto a me durante il processo». Anche i tifosi del Cosenza Calcio non si sono mai dimenticati del loro calciatore che tra pochi giorni avrebbe compiuto 59 anni. Sono stati loro, insieme a tante altre persone, a creare l’Associazione «Verità per Denis» per ottenere delle risposte su una morte che, nel 2021, a distanza di ormai 32 anni è ancora circondata dal mistero.

 

 

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