Gelataio costretto a pagare il pizzo per 25 mila euro: arrestati tre ‘ndranghetisti

Un gelataio è stato costretto a pagare il pizzo per una somma totale di oltre 25 mila euro. Arrestate tre persone con l’accusa di estorsione.

Sono stati condannati dopo 11 anni i fratelli del capoclan ‘ndranghetista Pepè, Enrico e Giovanni Flachi a 3 anni e 8 mesi e Massimo Nucera a 6 anni e mezzo. Nel dicembre 2010 erano stati arrestati con le accuse di estorsione, tentata estorsione e rapina e risiedevano in carcere a Opera, a Milano.

Arrestati tre ‘ndranghetisti: avevano estorto denaro ad un gelataio

A stabilire le pene per i tre accusati è stata la giudice per l’udienza preliminare, Sofia Fioretta. I malviventi avevano costretto un gelataio di Cormano a versargli 3500 euro in contanti, oltre ad alcuni preziosi, come ‘pizzo’, dopo avergli estorto complessivamente 25 mila euro. A far scattare l’indagine dei carabinieri di Sesto San Giovanni, guidati dal maggiore Saverio Sica, era stata proprio la denuncia della vittima, presentata a ottobre 2020.

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In base a quanto emerso dall’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Stefano Ammendola, Giovanni Flachi aveva accusato il commerciate di usare il suo cognome per business illeciti, per poi chiedergli se aveva già saldato il ‘pizzo’.

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Nei mesi successivi Flachi si era presentato nella gelateria, dove aveva consumato senza pagare. In seguito, a dicembre 2020, era intervenuto l’altro fratello, Enrico, che aveva costretto il gelataio a pagare, minacciando in caso contrario “seri problemi” alla sua “attività”. Nucera, poi, aveva svolto un ruolo da ‘mediatore’ per estorcere il denaro.

Gli accertamenti, portati a termine dal lavoro del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia, avevano scoperto la consorteria criminale di matrice ‘ndranghetista dedita alla raccolta del pizzo. Secondo quanto spiegato dai carabinieri, i fratelli Flachi e il loro complice Massimo Nucera, tutti residenti a Milano e Rho sono legati al clan della mafia calabrese.

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