“No alla gogna mediatica per Morisi” dichiara il segretario leghista che citofonò a un presunto spacciatore in mondovisione

L’intervista di Salvini a Telelombardia sembra rivelare tutte le difficoltà del leader leghista sullo scandalo che ha travolto uno dei suoi fedelissimi

Matteo Salvini (Twitter)

“Ci sono giornalisti che sbattono il mostro in prima pagina. Se poi la settimana prossima uscirà, come sono convinto, che il dottor Luca Morisi non ha commesso alcun reato, chi gli restituirà la dignità? chi gli chiederà scusa”.

Con una sola frase, Matteo Salvini è riuscito nell’ardua impresa di condensare tutte le difficoltà politiche che sta attraversando in questa fase della sua carriera politica. D’altronde, già l’abbandono stesso di Morisi alla guida della comunicazione social della Lega a causa dell’indagine avviata nei suoi confronti dalla Procura di Verona, era un segno inequivocabile di come per il Carroccio si aprisse una nuova ed inedita “era”. 

La reazione delle opposizioni è stata infantile, figlia di un “gioco” comunicativo a cui la politica italiana ci ha tristemente abituato da decenni. Noi siamo diversi da Salvini, noi non commentiamo una vicenda giudiziaria ancora in corso contro Morisi, quello stesso però che con la sua bestia ha trascinato tantissime persone alla gogna mediatica. Questa, per quanto esemplificativa, la reazione comune alla notizia del mondo a sinistra. E dietro questo inganno comunicativo, si è in realtà già consumato il linciaggio mediatico verso Morisi. 

Attacchi che sinceramente non trovo “sani” da un punto di vista politico, per quanto il famoso detto “chi semina vento, raccoglie tempesta” mai fu più azzeccato nel raccontare ascesa e caduta di uno degli spin doctor più influenti della recente storia politica italiana. Resto convinto che anche solo discutere oltre della vicenda di cronaca che ha riguardato Morisi, faccia male ad una sinistra che ha invece un bisogno profondo di mantenere altissima l’attenzione sui propri contenuti politici. 

La Lega non è mai venuta meno alla tradizione iper garantista della destra italiana, non bisogna nemmeno pensare che ci troviamo di fronte a un partito che ha perennemente sbattuto in prima pagina coloro che venivano indagati.  È anche vero però che queste ultime dichiarazioni di Salvini non possono che destare profonda perplessità. Basterebbe un solo esempio, che oltretutto con la notizia delle indagini a carico di Morisi, è già diventato un meme spendibile in qualsiasi conversazione.

Esattamente, dove sta la coerenza di Matteo Salvini nell’accusare i giornalisti di avere questa orrida e immorale abitudine di “sbattere il mostro in prima pagina”? 

Esattamente, cosa c’è di diverso di quando il segretario del Carroccio ebbe la fantastica idea di andare a citofonare a un presunto spacciatore accompagnato dall’armata brancaleone dei media, anche loro complici di uno degli episodi di cronaca politica più indegni degli ultimi anni. 

Leggi anche: L’addio ai social di Salvini, la droga nella cascina, le scuse: il disastro di Luca Morisi

Twitter

“Scusi, lei spaccia?”

L’arroganza di un uomo di destra che vede il suo garantismo dissolversi di fronte a spacciatori, rom e stranieri, e riaccendersi d’improvviso quando scopri che certi problemi li hai anche dentro casa. 

Leggi anche: Senza Luca Morisi la Lega non sarà più la stessa

Salvini dunque, semmai venisse confermata l’accusa di cessione di droga ( vicenda dai contorni ancora poco definiti e per la quale Morisi non ha al momento commesso alcun reato accertato), resterebbe amico di uno spacciatore? Sta anche un po qui il suo bug comunicativo sulla vicenda. È stato sfortunato: Morisi era un “suo uomo”, uno dei responsabili della rinascita leghista. E il fatto che sia finito per essere accusato di uno di quei reati in cui la Lega tende a dimenticare il proprio garantismo in favore di un intransigenza che possiede tutti i caratteri del “giustizialismo”, ha messo Salvini in difficoltà, quantomeno sul piano della comunicazione politica, come forse mai era accaduto prima.

Le contraddittorie dichiarazioni rilasciate oggi a Telelombardia ne sono una triste conferma.

Impostazioni privacy