Pandora Papers: gli immensi patrimoni nascosti di vip, politici e criminali

32mila miliardi di dollari nascosti in società offshore e protetti da tassazione. L’incredibile inchiesta che svela i conti segreti dei vip

Attori, imprenditori miliardi, sportivi, militari: centinaia di personaggi importanti e famosi con conti correnti stratosferici nascosti all’estero. La vicenda dei Pandora Papers ci racconta, a soli cinque anni dalla vicenda dei Panama Papers, di come i vip utilizzino società offshore per evadere le tasse e tenere al sicuro i loro patrimoni.

Tra loro almeno 35 capi di Stato e di governo e oltre 300 politici tra ministri, presidenti di partito ed ex-premier occidentali. Un giro di denaro che in totale conta 32mila miliardi di dollari privi di tasse, da cui si escludono proprietà immobiliari, gioielli, opere d’arte e altri oggetti di valore.

Tra i nomi più conosciuti ci sono il ministro olandese dell’Economia Wopke Hoekstra, l’ex capo del governo britannico Tony Blair, il Re di Giordania Abd Allah II, il presidente del Kenya Uhuru Kenyatta e i presidenti di Ucraina, Montenegro, Cile ed Ecuador, il premier della Repubblica Ceca Andrej Babis, persino la Regina Elisabetta, Claudia Shiffer, i cantanti Shakira, Elton John e Julio Iglesias, l’allenatore Carletto Ancelotti, svariati collaboratori del premier russo Vladimir Putin e persino la sua amante Svetlana Krivonogikh, madre di suo figlio. Rimangono per ora fuori alcuni nomi importanti, ma risulta esserci della documentazione anche riguardante gli imprenditori miliardari Warren Buffett, Jeff Bezos ed Elon Musk.

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Personaggi importanti che sono accompagnati da criminali internazionali, trafficanti di droga, ex-terroristi e mafiosi italiani. Tra questi il mafioso Raffaele Lello Amato detto “o Spagnuolo”, in carcere dal 2009, che operava tramite una società di comodo per acquistare proprietà in Spagna. O l’ex nazifascista Delfo Zorzi, imprenditore del settore abbigliamento e fondatore di Ordine Nuovo, accusato di avere partecipato alle stragi di piazza Fontana e piazza Della Loggia.

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L’inchiesta, durata oltre due anni di lavoro, è stata creata da un gruppo di 600 giornalisti del Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ), supportata da oltre 150 testate di tutto il mondo e riportata su documenti per quasi 12 milioni di file. La ricerca si basa sui dati di 14 società di servizi finanziari in Paesi e territori che includono la Gran Bretagna, il Sud Dakota, la Svizzera, Singapore, le Isole Vergini Britanniche, Belize e Cipro. I documenti esaminati sono datati fra il 1996 e il 2020, anche se alcuni risalgono persino agli anni ’70.

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