Pandora Papers, la politica si “scandalizza”: “Ora servono provvedimenti”

La Commissione Europea dà risposte vaghe, il Pakistan accusa i paesi più ricchi, il Regno Unito pesantemente coinvolto dai Pandora Papers

L’ex-primo ministro del Regno Unito, Tony Blair

Lo scandalo aperto dall’inchiesta giornalista sui conti segreti di personaggi pubblici, politici e imprenditori sta aprendo un vero e proprio Vaso di Pandora, come appunto suggerisce il nome dato dai suoi autori ai file su cui ha lavorato per due anni un team di giornalisti di tutto il mondo. Sui Pandora Papers ora molti esponenti politici di tutto il mondo suggeriscono di prendere provvedimenti, come se l’utilizzo di società offshore per “proteggere” i grandi patrimoni fosse una novità. Solo cinque anni fa una indagine simile, i Panama Papers, aveva posto l’attenzione sul problema e, di nuovo, vengono promesse misure per limitare il fenomeno.

L’UNIONE EUROPEA PRENDE TEMPO

Scarsa la reazione dell’Europa alla notizia. La portavoce della Commissione europea, Dana Spinant, avverte che “La Commissione Europea è stata molta proattiva negli ultimi anni nell’affrontare questo tema, ha messo in campo un’agenda ambiziosa sulla trasparenza fiscale” ed “è estremamente impegnata nella lotta contro l’evasione“, dichiara durante il briefing quotidiano con la stampa a Bruxelles.

L’Unione “non è nella posizione di poter fare commenti sulle singole persone coinvolte” e pertanto “non trarrà conclusioni fino alla fine dell’inchiesta” continua. Parole che suonano troppo generiche e che non chiariscono quali tipi di provvedimenti l’Europa intenda adottare. Anche l’altro portavoce europeo, Daniel Sheridan Ferrie, rimane molto vago: “Sono in atto nuove proposte legislative per combattere l’evasione e l’Unione europea ha uno dei tassi di trasparenza fiscale più alti nel mondo“.

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IL PAKISTAN CONTRO I PAESI RICCHI

Molto più duro il primo ministro pakistano Imran Khan che esprime apprezzamento per quanto venuto in luce grazie ai Pandora Papers, e annuncia che il suo governo aprirà un’indagine. Lancia però accuse ai paesi più ricchi di non aver voluto affrontare il problema e dichiara, tramite un tweet, che ”la ricchezza illecita delle élite, accumulata attraverso l’evasione fiscale e la corruzione e riciclata nei ‘paradisi’ finanziari”.

Khan promette inoltre che il suo governo “indagherà su tutti i nostri cittadini menzionati nei Pandora Papers e se verrà accertato un illecito adotteremo le misure appropriate. Invito la comunità internazionale a trattare questa grave ingiustizia in modo simile alla crisi del cambiamento climatico”. E aggiunge che “se non controllate, le disuguaglianze tra stati ricchi e poveri aumenteranno con l’aumento della povertà in questi ultimi. Questo a sua volta porterà a un’ondata di migrazioni economiche dai paesi poveri a quelli ricchi, causando ulteriore instabilità economica e sociale in tutto il mondo”.

Imran Khan, primo ministro del Pakistan

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TRA I NOMI ANCHE SOSTENITORI DI BORIS JOHNSON

Indirettamente coinvolto anche il primo ministro britannico Boris Johnson, dopo che è stato rivelato che Mohamed Amersi, un importante sostenitore che ha contribuito alla sua campagna per la leadership dei conservatori. “Vedo questa storia oggi. Ma tutto quello che posso dire su questo è che tutte queste donazioni vengono controllate in conformità con le regole stabilite sotto un governo laburista. Quindi, le controlliamo di continuo“, ha detto Johnson ai giornalisti. Amersi che ha donato quasi 525.000 sterline ai Tory dal 2018. Dai documenti trapelati è emerso che ha lavorato a una serie di accordi controversi per una società di telecom svedese che è stata successivamente multata di 965 milioni di dollari in un procedimento giudiziario statunitense. Amersi nega.

A mettere nei guai il partito di Boris Johnson è anche un uomo d’affari russo, Victor Fedotov, le cui società che hanno sostenuto 34 parlamentari Tory hanno guadagnato milioni da un presunto accordo corrotto per un oleodotto russo.. L’ex dirigente petrolifero Victor Fedotov possiede un’azienda che attualmente sta cercando l’approvazione del governo britannico per un controverso collegamento energetico tra il Regno Unito e la Francia. L’inchiesta della Bbc sui file mostra che Fedotov ha fatto una frode da 4 miliardi di dollari in Russia.

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LA REAZIONE DEL REGNO UNITO

Diversi cittadini illustri della Gran Bretagna sono coinvolti nell’inchiesta, a cominciare dal’ex-Primo ministro Tony Blair e si parla addirittura del coinvolgimento della Famiglia reale inglese.

Londra ”non è la capitale dell’evasione fiscale‘ e il governo britannico è ”determinato” ad affrontare il problema dei ricchi investitori esteri che acquistano proprietà nel Regno Unito per evitare di pagare le tasse. Lo ha dichiarato il Cancelliere dello Scacchiere britannico Rishi Sunak alla Bbc affermando che quello emerso dai Pandora Papers è ”un problema globale” e che sicuramente “c’è altro che possiamo fare“. Ma ”abbiamo bisogno che altri Paesi collaborino con noi per affrontare questo problema”.

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Su quanto emerso, ”non credo che sia motivo di vergogna perché in realtà il nostro impegno su questo tema è molto forte’‘, ha detto Sunak. ”I miei predecessori, in particolare George Osborne, hanno migliorato la trasparenza”, ha aggiunto, dicendo che ora ”sappiamo chi possiede le cose. Inoltre è stato introdotto ”lo scambio di dati tra le autorità fiscali o le autorità di contrasto. L’organismo globale indipendente chiamato Gafi (Financial Action Task Force, ndr) ha affermato che siamo uno dei migliori al mondo in questo campo”, ha aggiunto riferendosi a un rilevamento effettuato nel 2018.

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