Amministrative: Salvini incassa la sconfitta, Meloni si prepara all’assalto finale

I primi risultati di queste amministrative 2021 vedono la sconfitta del centrodestra a Milano, Napoli e Bologna, mentre Trieste, Torino e Roma vanno al ballottaggio. Insomma, solo la Calabria riesce a fornire una vittoria secca. Il dato può esser letto in due modi: da un lato la crisi della coalizione di centrodestra e di Salvini, dall’altro il sorpasso ormai evidente di Fratelli d’Italia, che si accinge a essere il primo partito della capitale.

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MeteoWeek.com (Photo by Emanuele Cremaschi/Getty Images)

Le amministrative 2021, lo avevamo detto, avrebbero fornito uno sguardo indicativo sull’orientamento politico dell’elettorato, una fotografia importante soprattutto perché viene scattata in un momento di profonda ristrutturazione dei partiti, a partire dalla Lega di Matteo Salvini. Come funzionerà l’alleanza Pd-M5s? E il centrodestra, che volto assumerà dopo le amministrative? E la Lega? Erano queste le domande che anticipavano e accompagnavano il voto alle urne. Ora abbiamo i dati per fare qualche considerazione un po’ più consistente. Ebbene, per quanto riguarda i centrodestra, i risultati sono lontani dall’essere soddisfacenti, soprattutto se confrontati con i vecchi sondaggi alle politiche, che davano l’intera coalizione oltre il 50%. Il quadro che emerge in questa tornata elettorale è invece quello di un centrodestra che paga le inevitabili conseguenze di fratture interne, giochi di forza e veti incrociati. Infatti, il centrodestra tiene la Calabria con la vittoria di Occhiuto, ma vede Trieste e Torino al ballottaggio, mentre a Roma è testa a testa tra il candidato di centrodestra Enrico Michetti voluto da Giorgia Meloni e l’ex ministro dem Roberto Gualtieri. Perde di netto, invece, a Napoli, Bologna e Milano. Ed è proprio con i risultati del nord che il centrodestra dovrà fare i conti più amari: un elettore su due non si è recato alle urne a Milano e Torino, un calo di affluenza che ha inciso pesantemente sui risultati incassati dalla coalizione.

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Amministrative: crisi del centrodestra, mea culpa di Salvini

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MeteoWeek.com (Photo by Emanuele Cremaschi/Getty Images)

Matteo Salvini tutto questo lo sa, e a proposito dell’affluenza all’amministrative dice: “La maggior parte non ha votato. E’ per me e tutti un’autocritica. Occorre essere più concreti sulla vita reale. Non possiamo perdere tempo su vicende private“. Il Pd è primo partito a Milano, Torino, Trieste e Bologna mentre la Lega a Milano non arriva al 13 per cento (alle Europee del 2019 era al 27). Il leader del Carroccio prepara il mea culpa a Porta a Porta, e protegge il candidato da lui sostenuto: “Io penso che Bernardo, ad esempio, sia un ottimo medico, ma i milanesi abbiano avuto poco tempo per conoscerlo“. Poi ancora, Salvini ribadisce: per le elezioni amministrative il centrodestra ha “scelto i migliori candidati possibili e io non criticherò nessuno. Ma il voto di continuità nelle città e il non voto di dicono che abbiamo fatto tardi nella loro scelta“, dice a speciale Tg. Insomma, l’assunzione di colpe è plateale: “Grazie a tutti i candidati, sono abituato a metterci la faccia, non dico che è colpa degli alleati, dei candidati o della gente che non è andata a votare. Se metà degli italiani sono rimasti a casa è colpa nostra e colpa mia“, sottolinea Salvini. Il momento per la Lega è buio, soprattutto perché i dati arrivano all’alba di presunte tensioni interne tra l’ala governativa e quella di lotta.

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Da tempo si parla di un prossimo commissariamento del leader della Lega, di fratture, di posizioni contrastanti e inconciliabili tra le due anime. Da tempo si parla della creazione di nuovi equilibri nella coalizione di centrodestra, e da tempo si sapeva che questi risultati sarebbero stati decisivi. Salvini allontana ancora una volta ogni preoccupazione, sia interna al partito che interna alla coalizione: “Come movimento Lega ci troviamo in settimana ma siamo assolutamente concordi e compatti sul percorso da qui al 2023, perché l’obiettivo è vincere le elezioni politiche con il centrodestra unito. Lascio ai giornali polemiche e divisioni“, dice. “La Lega è prima forza in quasi tutte le città che sono andate al voto“, dice nella sede del partito in via Bellerio a Milano. E a proposito della coalizione: “Chiederò agli amici Giorgia e Silvio di trovarci subito dopo i ballottaggi per partire con candidati, squadre e progetti il prima possibile. Perché questa volta non sempre è stato così“. Insomma, se il centrodestra ha perso è colpa del suo ritardo nella scelta dei candidati, dice Salvini. Eppure, Giorgia Meloni non ha visto risultati in calo come Matteo Salvini. Per questo ci sono tutti i presupposti per ipotizzare che non sia solo una questione di tempistiche. Per questo i dati mostrano un doppio movimento nel centrodestra: da un lato la crisi di tutta la coalizione e soprattutto della Lega di Matteo Salvini, dall’altro l’avanzata di Fratelli d’Italia.

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Salvini in crisi, ma Giorgia Meloni incassa i successi

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Per questo, contestualmente, Giorgia Meloni gonfia il petto e azzarda: “Attendiamo i dati definitivi, ma allo stato, Fdi risulta il primo partito a Roma, e in assoluto si afferma come primo partito nel centrodestra“. Con Enrico Michetti al ballottaggio da primo in classifica, FdI punta a diventare il primo partito della capitale, incassando il 17,6%, il triplo della Lega. A Bologna ottiene il 12%, 10 punti in più rispetto al 2% del 2016. E se a Roma il candidato sostenuto da Giorgia Meloni supera le aspettative, a Milano il candidato sostenuto da Salvini delude tutti. Lo sottolinea Maurizio Lupi, che ribadisce: “Siamo al più basso risultato del centrodestra a Milano, per tutti i partiti e per tutte le liste”. A Trieste Fratelli d’Italia stacca la Lega di cinque punti: Meloni prende il 15% (circa il triplo rispetto a cinque anni fa). E infatti Salvini prende nota dei risultati delle amministrative e mette le mani avanti sul voto anticipato: “Oggi votavano gli italiani per eleggere i sindaci: se qualcuno usa il voto per abbattere il governo di unità nazionale si sbaglia di grosso. Noi qua stiamo e qua rimaniamo”. Poco dopo, arriva il commento di Giorgia Meloni, di segno esattamente opposto: “Il segretario del Pd dice che la destra è battibile. Bene, ora il lancio la sfida a Letta: FdI è pronta a votare Draghi al Quirinale purché si vada subito alle elezioni”. Insomma, Meloni vuole già passare ad incassare, parla a Enrico Letta ma con ogni probabilità si rivolge anche a Matteo Salvini. La resa dei conti all’interno del centrodestra è vicina, il punto sarà capire quanto questi smottamenti riusciranno a rimanere nel sottosuolo della maggioranza che regge l’attuale governo.

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