Guillermo Mariotto e la sua adolescenza turbolenta: “Davo fuoco a casa, mia madre era disperata”

Guillermo Mariotto e la sua adolescenza turbolenta: “Davo fuoco a casa, mia madre era disperata”

Il giudice di Ballando con le Stelle, lo stilista Guillermo Mariotto, ha raccontato della sua adolescenza e rivelato alcuni retroscena sinora inediti in un’intervista rilasciata a Serena Bortone negli studi di Oggi è un altro giorno. Ecco cosa ha detto.

Le parole di Guillermo Mariotto

Lui è uno dei giudici – per alcuni il più spietato – del programma di Rai Uno, condotto da Milly Carlucci, Ballando con le Stelle. Stiamo parlando dello stilista Guillermo Mariotto che, ormai da 9 anni, siede dietro al bancone della giuria. Anche quest’anno, al suo fianco, Selvaggia Lucarelli, Ivan Zazzaroni, Fabio Canino e Carolyn Smith. In attesa della nuova stagione che sta per prendere il via, Mariotto ha raccontato alcuni retroscena sulla sua vita privata negli studi di Oggi è un altro giorno, condotto su Rai Uno da Serena Bortone.

Lo stilista ha raccontato di essere stato un ragazzo turbolento durante l’adolescenza: “Davo fuoco alle cose perché era bellissimo il fuoco. Davo fuoco a casa praticamente e mia madre era disperata. Un giorno mi ha trovato coi fiammiferi dentro l’armadio”. Tutto è però cambiato, ha rivelato Guillermo Mariotto, con il primo amore: “Si chiamava Pablo, Pablito. Sono stato un santo, fino a quattordici anni. Ero un ragazzo da biblioteca, ero perfetto. Poi tutto è cambiato”.

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Gli anni di San Francisco

Prima di approdare in Italia ed iniziare a collaborare con le più grandi maison di moda del nostro Paese, Guillermo Mariotto ha studiato in California, presso il College of Arts and Craft di San Francisco. Ha raccontato di quegli anni: “Entravo nei peggiori locali, quelli più malfamati. Cosa combinavo? Erano momenti liberi, della vera libertà”.

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E ancora: “San Francisco era il paradiso, una sorta di Disneyland. Io uscivo dal Venezuela che era molto maschilista. Lì invece era tutto normale, in quei quartieri era tutto normale per me”.