L’imposizione delle Quote rosa danneggia prima di tutto le donne

Far entrare nelle quote rosa che gli uomini che si sentono donna. La proposta arriva dalla Gran Bretagna e sembra già far discutere. 

Quote rosa aperte anche agli uomini “gender”, che si sentono donna. L’idea viene da Londra ed è stata avanzata dal Financial Conduct Authority, secondo quanto ha riportato il Times che ha pubblicato un articolo, poi rilanciato da La Verità, in cui riporta a proposta avanzata da Fca. La proposta sarebbe arrivata dopo che l’organismo per la Tutela dei Consumatori e il Controllo della Concorrenza e dei Mercati Finanziari ha indicato la necessità di notifica dei posti in Cda riservati alle donne. Una quota minima, imposta, al 40%, con almeno una posizione al vertice e l’apertura delle quote agli uomini che si identificano nel sesso opposto.

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“Lo sforzo per condizionare ogni compagnia ad agire secondo regole pensate in conformità con gli auspici di Stonewall è contrario alle leggi vigenti. L’Equality Law del 2010 riconosce solo il sesso legale, non l’identità di genere, e non esiste nella legge britannica il diritto di autodichiarare il proprio sesso. Le linee guida della Fca rischiano di mettere in rotta di collisione le compagnie coi loro dipendenti che hanno caratteristiche protette sulla base delle leggi sull’uguaglianza esistenti, i quali potrebbero sostenere che i loro diritti sono stati violati”, è la condanna che si legge sul quotidiano britannico nell’articolo intitolato “Il punto di vista del Times su Stonewall e le linee guida sulla diversità in azienda”. 

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Insomma, l’organizzazione si starebbe appropriando di una causa femminista per imporre le proprie opinioni nei Cda. L’allarme viene anche dalle femministe, secondo cui l’imposizione della teoria gender sembra danneggiare prima di tutto le donne. Le forzature gender sembrano sfavorire soprattutto le donne proprio mentre le polemiche su integrazione e comunità lgbt non smette di essere viva.

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